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Si può scherzare con una bruttissima notizia? Ma sì, a volte è terapeutico, almeno riesci a evitare l’incazzatura. Ecco allora un gioco per i fedeli lettori di Ferraraitalia. Non proprio un gioco, un problemino da risolvere, come nella scuola di una volta.
Niente vasca da bagno senza tappo e col rubinetto aperto che butta acqua. E’ un problema differente. Fate conto di essere il Sindaco di Ferrara (o il Vicesindaco, che a Ferrara conta di più). State facendo il bilancio di previsione. E… miracolo!, vi avanzano in cassa la bellezza di 400mila euro. Vi affacciate sullo Scalone e constatate con soddisfazione i brillanti risultati del vostro primo semestre di governo: ‘la situazione è eccellente’, i cittadini son felici, se la passano e se la spassano. E allora, come impiegare quel tesoretto? A quale tema o necessità potete destinare quella somma?

Mentre ci pensate, vi informo (ma l’avrete letto anche voi) che la settimana scorsa il Sindaco di Ferrara, quello vero, ha anticipato al Carlino  la decisione di mettere a bilancio 400.000 euro per reti metalliche. Per acquistarle e metterle in opera. Il Carlino non è solo un giornale tremendo (o è quello che noi ferraresi ci meritiamo?), ma è colpevolmente superficiale. Riportava la notizia in un trafiletto, senza commento, limitandosi a suggerire che un bel po’ di quella rete metallica verrà probabilmente destinata alla grande area verde attorno al Grattacielo. Beh, non ci voleva un genio per avanzare questa ipotesi, Naomo lo va promettendo da mesi.

Infatti ieri – sempre sul Carlino ma questa volta in un articolo a tutta pagina e titolo su 5 colonne – Il Vicesindaco Nicola Naomo Lodi rilancia il suo progetto e promette: “Chiuderemo i parchi entro la fine dell’anno”. Ok, abbiamo capito, il concetto è chiarissimo. Ma i contorni della faccenda rimangono un po’ vaghi. Ad esempio: quanti metri di verde pubblico verranno chiusi a chiave, quali e quante piazze verranno ingabbiate? Per capirlo occorre rispondere alla domanda delle domande. E cioè: quanta rete metallica si può comprare con 400mila euro?

Qui non siamo al Carlino, qui a Ferraraitalia (poveri ma belli) ci piace far le cose sul serio. Così, ho preso foglio, penna e calcolatrice e mi son messo a far dei conti..
Prima però serviva una ricerca in rete: quanto costa al metro la rete metallica?  Mi si è aperto un mondo! Io, bel ignorante, credevo che di reti metalliche ne esistessero di due o tre tipi. Nossignore, le ditte specializzate forniscono ai clienti un catalogo sterminato. Così, trovo le reti zincate, le reti a maglia sciolta, le reti plastificate, le reti su misura, le reti ‘vivagnate sotto e sopra? (cioè?), le reti elettrosaldate. Perfino le ‘reti pastorali’. Queste mi verrebbe subito da scartarle, poi ripenso al nostro Sottomura invaso dalle greggi. Tutto sommato, possono tornare utili.

La faccio breve, Dopo aver confrontato varie ditte e varie offerte, ho concluso che una rete metallica di buona qualità (propenderei per la rete elettrosaldata), altezza 180 centimetri da terra e completa di paletti metallici, viene a costare dai 10 ai 20 euro al metro lineare. Faccio una media: diciamo 15 euro al metro.
La ‘risoluzione’ del problema è ormai a portata di mano. Basta una semplice divisione: 400.000 (la cifra messa a bilancio) fratto 15 (il costo unitario al metro lineare). Il risultato fa 26.666,66. Cioè a dire che, con quella cifra, Alan e Naomo possono recintare (chiudere dentro e/o chiudere fuori) più di 26.000 metri di parchi, giardini pubblici, piazze e aree verdi.
Siamo al cospetto di un’opera ciclopica, un progetto colossale, un’impresa napoleonica. Pensate che le nostre Mura misurano in tutto sei chilometri (6.000 metri) e che con quel popò di rete metallica si può fare il giro delle Mura quattro volte e passa.

Si può fare di più? Si può pretendere di più da questa volonterosa amministrazione a guida leghista?
Forse sì. Si può andare oltre. Spingersi più avanti. Uscire dalla storia ed entrare nella leggenda. Da esperto, quale ormai mi fregio di essere, mi permetto di dare un consiglio, a titolo gratuito, ai nostri amministratori. Sul mercato (www.trovaprezzi.it) c’è un articolo molto più economico. Più pratico. Più adatto allo scopo. Un rotolo di 100 metri di Filo Spinato Zincato (ottimo prodotto) costa meno di 18 euro. Insomma, con la stessa somma (sempre quei 400mila euro) Naomo Lodi potrebbe sbizzarrirsi, recintare Ferrara per più di 2 milioni di metri. Allora sì che potremo aspirare al titolo di città più sicura d’Europa, una città blindata, il più grande campo di concentramento del terzo millennio..

 

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

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Francesco Monini
direttore responsabile


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