Skip to main content

Da Organizzzatori

REVERB 2017 – DAI CLUB L’ELETTRONICA ARRIVA AL CASTELLO

Margot, Herva, Stump Valley e Paula Tape – annunciata la line up per sabato 9 settembre a Ferrara

La musica elettronica torna a scuotere la notte ferrarese: il quarto appuntamento del festival Reverb, che si terrà sabato 9 settembre nel cortile del Castello Estense, chiamerà a Ferrara artisti di fama internazionale, affiancando vere e proprie star – che hanno influenzato e segnato gli ascolti di generazioni – a giovani promesse che proprio in questi anni stanno affermando il loro stile sui palcoscenici e nei più interessanti club italiani e europei.

La line up – annunciata proprio in questi giorni – comprenderà: Margot, Herva, Stump Valley, Paula Tape, nomi che probabilmente lasceranno la maggior parte dei ferraresi indifferenti, ma faranno saltare sulla sedia gli estimatori del genere.

I Margot – duo composto dai dj Giaga Robot e Pepe – rappresentano una vera e propria istituzione: già eroi delle notti romagnole degli anni Novanta, resident al Cocoricò e al Peter Pan, negli anni si sono imposti nei più importanti festival europei diventando un punto di riferimento imprescindibile nel mondo della disco house. Tra i lavori più recenti vale la pena ricordare la collaborazione con Ivan Smagghe per la sua nuova etichetta, “Les Disques De la Mort”, e il remix per Mr Flash di Ed Banger.

Gli Stump Valley prendono il nome da Valle Ceppi, campagna piemontese dove il misterioso duo – che a lungo si è esibito con alias diversi – si è ritirato a lungo per ascoltare, suonare e produrre. Pubblicati da etichette come Rush Hours e Off Minor, mescolano house, jazz e ambient, la loro musica riesce al tempo stesso a suonare vintage eppure assolutamente contemporanea.

Herva, classe 1991, è un talento freschissimo dal taglio decisamente sperimentale, sincero e acuto. Originario di Firenze, ha esordito nel 2012 con Bosconi Records, da solo e assieme a Dukwa, con il progetto Life’s Track. Oltre ad essere tra i fondatori del collettivo aperto Tru West, ha collaborato negli ultimi anni con numerose etichette: dalla prestigiosa Planet Mu a All City Dublino, Delsin Records e Kontra Musik.

Paula Tape, di origine cilena, vive oggi tra Milano e Barcellona. Le sue parole d’ordine sono eclettismo, ricerca e contaminazione: spazia dalla house più classica agli infiniti sottogeneri.

«Reverb è un format giovanissimo – racconta Paolo Maiarelli, presidente dell’associazione -. E siamo felici, per il primo compleanno, di tornare dove tutto è cominciato, nel cortile del Castello: un luogo magico per l’atmosfera che contribuisce a creare, quando l’architettura si mescola alle luci e alle proiezioni, oltre che ai suoni. L’obiettivo dell’associazione è semplice: promuovere l’elettronica italiana, contribuire a diffondere il lavoro di tanti ragazzi che in questi anni si impegnano per sperimentare e creare nuove sonorità, coniugando la proposta musicale alla riscoperta dei luoghi che caratterizzano la storia e il profilo del nostro territorio. Fino ad oggi abbiamo realizzato le serate Reverb al Castello Estense, a Palazzo Crema e al Torrione di San Giovanni, ospiti del Jazz Club. Chissà quali altre nuove location potremmo sperimentare in futuro, abbiamo già in programma altre collaborazioni speciali ma adesso è ancora presto per parlarne».

Reverb – patrocinato dal Comune di Ferrara – è supportato da Creativa, Dinamica, Icos; con il contributo di Infortunistica Tossani, Consorzio Ferrara Innovazione, Erreffe Group, Pff Group, Wall Street English, Zone Press, Zuffellato, partner tecnico Hotel Carlton.

Il biglietto è già disponibile online su Ticketland2000 al costo di 10 euro, si potrà acquistare anche direttamente alla cassa la sera dell’evento al costo di 15 euro.

Per informazioni: info@reverbfestival.it, www.reverbfestival.it.

Prevendite: http://www.ticketland1000.com/spettacolo/descrizione.asp?idevento=4088

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it