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Da: Ilturco

Sabato 30 marzo Reverb – il festival che porta la musica elettronica in spazi non convenzionali della città – inaugura la bella stagione all’interno di una location particolarmente originale e inaspettata: l’evento infatti si terrà all’interno del nuovo parcheggio multipiano appena costruito all’interno del centro storico, a due passi da via Garibaldi, in via Contrada Borgoricco. L’associazione Ilturco – che ha ideato e cura l’iniziativa – ha organizzato per l’occasione un appuntamento eccezionale, che si svilupperà in altezza coinvolgendo i cinque piani della struttura.

Lo spazio aprirà alle 18, alle 18.30 al quarto piano verrà proiettato per la prima volta a Ferrara “Pico: un parlante de Africa in America”, il documentario realizzato nel 2017 dal collettivo Invernomuto – formato dai piacentini Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, già presentato al Biografilm Festival di Bologna. Il filmato racconta attraverso numerose interviste l’originale scena elettronica colombiana, caratterizzata dai colori sgargianti dei cosiddetti pico, gli impianti audio che gli artigiani e gli artisti locali decorano proseguendo un’antica tradizione nata al tempo della tratta degli schiavi, che attraverso disegni e simboli esprime il diritto alla libertà. Seguirà un dialogo che coinvolgerà il regista e il pubblico.

Si proseguirà con il dj set di Palm Wine e Heedlees. Al secondo piano invece dalle 21 si alterneranno alla consolle l’eclettico Lee Gamble, famoso nei club di tutta Europa per l’inedita miscela che contraddistingue le sue esibizione, tra dancefloor e astrazione, techno dub e jungle anni Novanta; Chevel, dj e producer votato alla techno sperimentale, che incrocia surrealtà e minimalismo; Natlek, dj originario di Ferrara che Reverb ha già avuto occasione di ospitare all’esordio del format musicale, nel maggio 2016, all’interno del Castello Estense. Ciò che da sempre ha distinto i live di Reverb sono proprio le location inusuali, luoghi di grande interesse storico e architettonico oppure ambienti normalmente adibiti ad altre funzioni, che la musica elettronica trasforma per una notte in spazi di aggregazione e divertimento, dove si incontrano centinaia di giovani, ferraresi e fuori sede.

L’iniziativa è organizzata grazie alla preziosa disponibilità e al supporto del Comune di Ferrara, Holding Ferrara Servizi, Ferrara Tua, Skidata, KS Audio & Light, Automaster Toyota Lexus, Icos, Vis Ferrara, PFF Group.

Le prevendite sono già a disposizione a 10 euro presso la sede dell’associazione Ilturco (in via del Turco 39 a Ferrara, aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19). La sera dell’evento l’ingresso sarà ridotto a 10 euro fino le 20.30, dalle 20.30 in poi intero a 15 euro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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