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Da: Ferrara Off

Venerdì 21 ottobre il nuovo lavoro di Astrid Boons sulla memoria, inaugura l’autunno 2016

Un lavoro dedicato alla memoria e alla sua capacità di plasmare l’identità dell’uomo. La stagione autunnale di Ferrara Off inaugura venerdì 21 ottobre alle 21 con ‘Rhizoma’, la nuova creazione della coreografa Astrid Boons, ideata in residenza artistica nello stesso spazio teatrale che ospiterà la prima assoluta, in via Alfonso I d’Este 13. Danzerà assieme a lei la ballerina Maria Chiara Mezzadri, su musiche originali Miguelángel Clerc Parada.
‘Rhizoma’, inserito nella rassegna di danza contemporanea del Teatro Comunale Claudio Abbado, indaga l’influenza del passato sul comportamento presente, le trasformazioni che i ricordi subiscono col passare del tempo, ma anche la possibilità o l’impossibilità di dimenticare. «Lo spettacolo non offre un processo teorico – spiega Boons – e di conseguenza nemmeno una conclusione statica, si basa su questioni e domande. Dove sono immagazzinati i nostri ricordi? Col passare del tempo e degli eventi cosa resta di originale? Senza memoria saremmo più puri? La performance darà spazio a molteplici risposte e interpretazioni. Il rizoma in fondo è proprio questo, qualcosa che non ha un principio né una fine, come scrivevano Deleuze e Guattari, qualcosa sempre in mezzo, un sistema di propagazione, relazionale».
Il percorso creativo che ha portato alla definizione dell’opera – prodotta da Ferrara Off assieme a Korzo Theater, in cartellone anche nelle serate di sabato 22 e domenica 23 ottobre – è cominciato diverse settimane fa, e non si concluderà nella rappresentazione. Coerentemente con il principio evocato dal titolo continuerà a crescere, coinvolgendo nuove esperienze e nuove persone: sia sabato che domenica mattina infatti Astrid Boons condurrà un workshop aperto a tutti i danzatori interessati ad approfondire il metodo utilizzato per la costruzione della coreografia, che verrà parzialmente replicata durante i due incontri.
«Ci fa particolarmente piacere aprire la stagione con questa data – racconta Marco Sgarbi, tra i fondatori di Ferrara Off – perché sintetizza la direzione che vorremmo intraprendere con sempre maggiore decisione: quella della produzioni con altre realtà locali e internazionali, in questo caso il Comunale e Korzo Theater, in Olanda».
Ingresso spettacolo: 8 euro per i soci Ferrara Off, 5 euro per gli under20, 10 euro per non soci – quota che comprende la tessera associativa. La quota richiesta per partecipare al workshop è di 20 euro per i soci, 30 per i non soci.
Per iscriversi al workshop di Astrid Boons o prenotare il proprio biglietto per ‘Rhizoma’ scrivere a info@ferraraoff.it oppure telefonare al numero 3336282360.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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