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da: organizzatori

Venerdì 5 e sabato 6 giugno in galleria esposizione degli abiti rigenerati a partire da scarti tessili e il laboratorio di sartoria delle allieve. Sabato pomeriggio la vendita a libera offerta dei capi in mostra. È un progetto sostenuto da Coop Estense nell’ambito di “La scuola siamo noi”

Venerdì 5 e sabato 6 giugno all’interno della galleria del centro commerciale Le Mura di Ferrara si terrà la mostra di abiti rigenerati “Ri-vestimento, riuso creativo con scarti tessili”, una trentina di capi realizzati durante l’anno scolastico dalle studentesse dell’istituto tecnico Ipsia “Ercole I d’Este” indirizzo Moda di Ferrara. Le allieve dell’Istituto hanno trasformato abiti maschili dismessi, come giacche, pantaloni, cravatte e camice, in abiti da donna, ricreati o meglio “rigenerati” grazie alla loro creatività e con il sostegno delle esperte del riuso di La Bottega di Utilla e artigiane del settore della moda, messe in campo da Coop Estense attraverso il progetto “La scuola siamo noi”.

Il processo di trasformazione degli abiti sarà sotto gli occhi di tutti i visitatori del centro commerciale sia venerdì che sabato: le studentesse terranno infatti un laboratorio di sartoria permanente all’interno della galleria. Sabato 6 giugno al pomeriggio, dalle ore 16 alle ore 19 va in scena “Up to you”, la vendita “critica” a libera offerta degli abiti esposti: un momento di educazione all’acquisto, dalle etichette parlanti alla stima del costo di un capo, il cui ricavato sarà destinato all’acquisto di attrezzature per il laboratorio di sartoria di cui la scuola ha bisogno.

“Ri-vestimento” è un progetto che ha impegnato le studentesse durante tutto l’arco dell’anno scolastico con formazione d’aula, workshop con artigiane del settore, laboratori di progettazione e sartoria. Tra i partner dell’iniziativa ancora una volta c’è l’associazione Awalè – La Bottega di Utilla, la cui missione è proprio promuovere la filosofia del riuso. Gli abiti dismessi sono stati invece donati dai soci Coop volontari del Distretto di Ferrara e dalle famiglie stesse delle ragazze.
È un progetto di “La scuola siamo noi”, l’iniziativa con cui Coop Estense sostiene i laboratori e le ricerche delle scuole superiori con i punti donati generosamente dai soci nell’ambito del collezionamento valido in tutti i punti vendita della cooperativa.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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