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Da: Comune di Codigoro

Dal 21 luglio prossimo le porte dell’Abbazia di Pomposa e del Museo Pomposiano si riapriranno, per consentire ai visitatori di scoprire o riscoprire i tesori preziosi, custoditi da oltre mille anni nel complesso abbaziale, divenuto nell’Alto Medioevo uno dei centri culturali e religiosi più floridi di tutta la cristianità. Il Polo Museale, in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha adottato una serie di misure necessarie alla riapertura, in piena sicurezza della chiesa, della Sala del Refettorio e di quella del Capitolo, prevedendo specifiche modalità di ingresso contingentate, anche per gli spazi museali. “Ringrazio la direttrice del Museo Archeologico nazionale di Ferrara, Paola Desantis – dichiara il Sindaco Sabina Alice Zanardi -, per essersi adoperata a consentire la riapertura dell’Abbazia di Pomposa, autentico gioiello, ricco di storia, archeologia, arte, per secoli punto di riferimento del mondo cristiano e, oggi, tra i siti di interesse turistico e culturale tra i più importanti al mondo. L’emergenza sanitaria ha imposto la chiusura dei luoghi della cultura, ma grazie alle linee guida regionali il Polo Museale ha lavorato attorno ad un piano di riapertura che, alla necessità di assicurare piena sicurezza a visitatori e dipendenti, unisce l’esigenza di rendere nuovamente fruibile uno dei siti storici tra i più amati e visitati, non solo a livello nazionale”. Soddisfatto per il risultato raggiunto, anche il Presidente della Pro Loco di Codigoro Davide Nardini, si unisce ai rallegramenti del Sindaco, ricordando che “nel 2019 sono arrivati in visita all’Abbazia di Pomposa 1.300 pullman, provenienti anche dall’estero. Si sono contati inoltre 150mila visitatori, 75mila biglietti venduti per le visite all’abbazia, con un incremento del 22% rispetto al 2018, delle presenze, nelle strutture ricettive di Codigoro. Quest’anno l’epidemia da coronavirus non ci ha permesso di eguagliare o superare gli eccellenti risultati raggiunti lo scorso anno, – prosegue Nardini -, ma l’ufficio Iat, gestito dalla Pro Loco, sta intercettando il desiderio di tanti che, al telefono o via mail, chiedono informazioni, non solo sull’apertura dell’Abbazia e dell’annesso museo, ma anche sugli itinerari ciclo-turistici. In collaborazione con l’Amministrazione Comunale stiamo lavorando su numerosi progetti, che coniugano il turismo ambientale e culturale ad eventi enogastronomici.”

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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