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Comunicato Stampa CNA.

“Il territorio non vive senza le imprese, le imprese non vi sono senza il sostegno del territorio in cui operano. Per questo è essenziale rilanciare il nostro tessuto imprenditoriale, e superare la grave crisi innescata dall’emergenza sanitaria. Da questo punto di vista, sarà essenziale sfruttare nel modo migliore le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund. Cna è in campo, con l’obiettivo di elaborare insieme alle istituzioni e alle altre realtà economiche e sociali dei modelli di sviluppo sostenibile per il post-pandemia”

Sono alcune delle considerazioni formulate da Riccardo Cavicchi, imprenditore della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, nel corso dell’assemblea dell’Area Ferrara di Cna, che ieri (giovedì’ 8 aprile) lo ha confermato nella propria carica di Presidente.  Cavicchi, con la società Delphi International è socio di Cna Ferrara dal 2001. È stato anche, in passato, Presidente di Cna Turismo. Nel ruolo di Vice Presidente è stata eletta Valeria Ferri: giovane avvocata di nascita milanese, è socia Cna dal 2009 e collabora stabilmente con l’associazione. E’ membro del direttivo di Cna Impresa Donna.

Cavicchi e Ferri saranno affiancati da un direttivo composto da: Matteo Fabbri –  Tryeco 2.0, prototipazione e stampa 3D; Bruno Faccini – IT Estense, marketing digitale e consulenza informatica; Linda Gardinali – Moto Gardinali Racing, officina specializzata; Sadegh Haidari , ristoratore; Emanuela Toselli – Bar Pasticceria San Giorgio; Roberto Bonora – Modelleria Meccanica Bonora; Giancarlo Stabellini – Chiarati Sistemi, installazione e manutenzione sistemi di sicurezza; Francesco Cavallini – Officina Cosmetica Estense; Ilaria Bigoni – BRAIN, Marketing Digitale ed Eventi; Francesco Valeriani, autofficina Tutto gas; Alessandro Scerra, Dynamic Box, commercio vini e liquori; Valentina Lapierre, libreria La Pazienza; Roberto Cavallari, tinteggiatura e manutenzione edile.

 Prima delle operazioni più propriamente elettorali, l’assemblea di Cna Area Ferrara ha ospitato una tavola rotonda diffusa in diretta streaming via Facebook e Youtube a cui hanno partecipato l’Arcivescovo di Ferrara Comacchio Mons. Gian Carlo Perego, il Commissario della Camera di Commercio Paolo Govoni, l’assessore alle attività produttive del Comune di Ferrara Angela Travagli e Davide Bellotti, Presidente Provinciale di Cna Ferrara e lo stesso Riccardo Cavicchi. La moderazione era affidata alla responsabile dell’Area Ferrara Debora Tamascelli.

Dai relatori è venuta una forte esortazione a intraprendere processi virtuosi  per superare la crisi innescata dalla pandemia. Mons Gian Carlo Perego ha messo l’accento sulla necessità di ripartire dalle persone, dalle loro competenze e capacità valorizzate sul territorio. Il senso della comunità, e la capacità di dare voce a tutte le componenti sociali è un elemento essenziale della possibile futura rinascita di una città sempre più mobile e complessa. L’attenzione all’ambiente e a uno sviluppo sostenibile è centrale in ogni futuro piano di sviluppo.

L’amministrazione comunale di Ferrara opera a tutti i livelli per disegnare la ripresa economica del territorio ha detto l’assessore alle attività produttive Travagli: “il nostro piano strategico tiene conto della sostenibilità ambientale dapprima che comparisse la pandemia”.

“Usciamo da un anno incredibilmente difficile” ha detto il Commissario della Camera di Commercio Govoni “Il sostegno al sistema delle imprese diffuso sul territorio è essenziale perché senza imprese non c’è lavoro né benessere sociale, né qualità della vita. Il recovery fund è una grande occasione da sfruttare”.

“E’ necessario dialogare, tra imprese e istituzioni, per porre le basi dell’uscita dalla crisi – ha detto il Presidente provinciale di Cna Davide Bellotti – Ciò che conta, è condividere una profonda convinzione della necessità di fare sistema, stringendo alleanza tra pubblico e privato e tra territori e settori diversi”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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