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Da CNA Ferrara

E’ stato eletto dagli imprenditori di Ferrara, Voghiera e Masi Torello, che rappresenta 1800 soci. Tra i temi, sicurezza e legalità, semplificazione burocratica, la valorizzazione dell’artigianato e del commercio sia nel centro urbano che in periferia

Riccardo Cavicchi, direttore generale di Delphi International srl, nota azienda di marketing, comunicazione ed eventi di Ferrara, è il nuovo presidente dell’Area Cna di Ferrara – Voghiera, che comprende 1800 imprese associate nel territorio del Comune capoluogo e dei circostanti comuni di Voghiera e Masi Torello (i soci Cna sono 5000 in tutta la provincia).
Cavicchi assume la nuova responsabilità, dopo avere ricoperto per due mandati l’incarico di presidente di Cna Turismo e Commercio. “Cercherò di mettere a frutto l’esperienza maturata in questi anni – puntualizza il neo presidente dell’Area di Ferrara – tenendo presente che commercio e turismo sono, appunto, settori di primaria importanza per l’economia comunale, in particolare del centro cittadino. Anzi, ritengo che, in generale, la presenza delle aziende artigiane e delle piccole imprese nei centri urbani debba essere assolutamente valorizzata, combattendo quelle tendenze alla «desertificazione» che rischiano di impoverire la vita dei cittadini e la stessa crescita di un turismo che, comunque, necessita di servizi e di una adeguata offerta commerciale”.
Del nuovo incarico, affidatogli direttamente dagli associati attraverso il voto (l’11 maggio si svolgerà l’Assemblea Quadriennale, che completerà il rinnovo degli organi dirigenti con l’elezione delle principali cariche provinciali elettive), Cavicchi apprezza in particolare la concretezza e il carattere operativo.
“E’ l’aspetto che mi stimola maggiormente – sottolinea – perché nell’Area di Ferrara è possibile fare cose importanti e utili per le nostre imprese. Posso contare su un Consiglio Direttivo di grande qualità, formato da dirigenti di grande valore e giovani imprenditori di successo.” I terreni di impegno sicuramente non mancano. Tra i principali, quelli della sicurezza e della legalità: tema molto avvertito, a detta di Cavicchi, che tocca tutte le imprese, indipendentemente dalla loro collocazione nel territorio comunale.
“Vorrei fare sì che tutte le aziende, anche delle aree periferiche, possano godere interamente dell’attenzione di cui hanno bisogno, soprattutto sul versante delle politiche di innovazione, indispensabili per competere oggi sul mercato. Metteremo a fuoco strumenti di dialogo e sistemi di connessione tali da rafforzare il nostro rapporto con le imprese associate su queste e altri questioni. Avremo bisogno del loro sostegno, specialmente quando affronteremo con le Amministrazioni il tema scottante degli oneri locali. Mi riferisco a tasse come Imu, Tari e Ica, ma anche, ad esempio, all’elevata incidenza dei costi di segreteria per una serie di pratiche burocratiche e, complessivamente, alla necessità di introdurre reali meccanismi di semplificazione burocratica a livello locale”.
Questi, oltre al presidente Riccardo Cavicchi, i componenti il Consiglio Direttivo dell’Area Cna di Ferrara – Voghiera – Masi Torello, eletti con il voto degli associati: Pietro Arveda, Roberto Bonora, Emanuele Borasio, Mirco Cavallari, Bruno Faccini, Matteo Fabbri, Davide Ferrari, Devid Fiorini, Davide Franco, Sadegh Haidari, Annamaria Pecorari, Riccardo Roccati ed Emanuela Toselli.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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