Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il 70% della capacità di super calcolo nazionale si svolge in centri di ricerca in regione. Il presidente Bonaccini: “Tra i nostri obiettivi di mandato fare di Bologna e dell’Emilia-Romagna un grande hub europeo della ricerca”.

Bologna – La Regione Emilia-Romagna sta investendo molto in ricerca e trasferimento tecnologico nei principali settori dell’innovazione che sostengono lo sviluppo locale sostenibile e l’occupazione. Bigdata e supercalcolo sono esempi di competenze convergenti, di servizi e tecnologie che offrono nuove opportunità di crescita economica e di progresso scientifico. Molte istituzioni di livello mondiale nel supercalcolo e bigdata si trovano nel territorio regionale, e la Regione ha avviato da tempo una ricognizione delle potenzialità esistenti. Se ne è parlato oggi a Bologna, all’iniziativa “Emilia Romagna Bigdata Community – Una piattaforma per l’innovazione, lo sviluppo e la competitività regionale”.
“La Regione si è data come obiettivo di mandato di fare di Bologna e dell’Emilia-Romagna un grande Hub europeo della ricerca – ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini – Le università, i centri di ricerca, gli enti pubblici di ricerca, il CINECA, il Rizzoli, che con CNR e università sono la frontiera più avanzata dell’innovazione, la nostra rete Alta Tecnologia, le molte imprese che operano come fornitori dei laboratori più avanzati, costituiscono un insieme che ha titolo ad essere riconosciuto come grande infrastruttura, e noi ci candidiamo ad essere l’istituzione che mette a sistema tutte queste eccellenze”.
“Il 70% della capacità nazionale di super calcolo è in Emilia-Romagna. Adesso dobbiamo passare dalla quantità al valore, realizzare una politica industriale utile al riposizionamento del Paese che passi attraverso il sistema della ricerca – ha spiegato l’assessore alla Ricerca e all’Università Patrizio Bianchi – In questa regione sono occupati in questo settore 1.800 ricercatori, 230 ricercatori stranieri, tra il 2013 e il 2015 sono stati realizzato 60 percorsi di alta formazione. Non c’è ambito della ricerca e dell’innovazione per cui non sia fondamentale la capacità di gestire grandi quantità di dati. La nostra intenzione adesso è valorizzare specializzazioni e complementarietà maturate da tutti i centri di ricerca che lavorano nell’ambito del super calcolo e del big data e creare un sistema aggregato più competitivo anche a livello europeo. Nei prossimi giorni lanceremo il Piano Alte competenze”.
La tradizionale attenzione verso l’innovazione in Emilia-Romagna deriva principalmente da un sistema diffuso, dinamico e interdisciplinare di ricerca (4 università pubbliche, infrastrutture e servizi di ricerca di primo livello e sedi territoriali dei principali centri di ricerca nazionali) ben integrato nel sistema industriale locale, composto principalmente da piccole e medie imprese.
La Regione Emilia-Romagna ha predisposto un piano regionale per le infrastrutture di ricerca e innovazione. “L’attività ha previsto una ricognizione delle infrastrutture esistenti a livello regionale, che abbiamo realizzato con il supporto di Aster – ha detto l’assessore alle Attività produttive Palma Costi – Da tale ricognizione è stato possibile ottenere una situazione aggiornata sull’esistenza in regione di strutture di ricerca e innovazione che presentano le potenzialità scientifiche, tecnologiche ed organizzative adatte per utilizzate per incrementare le capacità competitive delle imprese, in coerenza con quanto previsto dalla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale. Supercalcolo e big data, materiali avanzati e sistemi di produzione innovativi e genomica, medicina rigenerativa e biobanche sono state identificate come le tematiche di rilevanza strategica per la regione, e per sostenerle abbiamo destinato 7 milioni di euroBigdata e supercalcolo sono esempi di competenze convergenti, di servizi e tecnologie che offrono nuove opportunità di crescita economica e di progresso scientifico. L’importanza del poter contare su capacità di gestione ed interpretazione di grandi quantità di dati crescerà esponenzialmente nel prossimo futuro, si richiederà una grande capacità di calcolo in termini di prestazioni e di memoria disponibile. Le possibili applicazioni spaziano da aree di ricerca (ad es. La fisica delle particelle, l’esplorazione spaziale, ecc ..) a domini applicativi (ad es. l’analisi finanziaria, la salute, il monitoraggio ambientale e simulazioni geofisiche, la gestione del patrimonio culturale, l’agricoltura di precisione, la multimedialità e l’analisi di immagini e video, ecc).
L’impatto dei bigdata sulla strategia di specializzazione intelligente regionale potrebbe essere notevole, con applicazioni nelle aree di specializzazione che vanno dai sistemi regionali di alta intensità di conoscenza (salute e il campo del benessere e industrie culturali e creative), ai sistemi di produzione consolidata.
L’obiettivo della Regione è dunque realizzare una grande infrastruttura di ricerca di dimensione europea in linea con Horizon 2020, e quindi anche come riferimento attrattivo per nuovi investimenti in ricerca, anche da parte di imprese. Il programma europeo Horizon 2020, che ha un budget di quasi 80 miliardi di euro dal 2014 al 2020, ha come primo pilastro l’obiettivo generale di “Eccellenza scientifica”, cioè elevare il livello di eccellenza della base scientifica europea e garantire una produzione costante di ricerca a livello mondiale per assicurare la competitività dell’Europa a lungo termine. Eccellenza scientifica si articola in quattro programmi, tra cui “Infrastrutture di Ricerca” che intende garantire che l’Europa disponga di infrastrutture di ricerca di livello mondiale accessibili a tutti i ricercatori in Europa e in altri paesi.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it