Skip to main content

 

Ricostruzione post sisma. Il cratere nuovamente dimezzato: altri 15 comuni rientrano nella normalità. Si riducono a 15, dai 60 iniziali, quelli in cui si stanno concludendo i lavori.
Bonaccini: “Rispettiamo l’impegno preso coi sindaci, che ringrazio tutti per il lavoro che facciamo insieme. Anche in tempo di pandemia”.

Escono 6 comuni in provincia di Modena, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Bologna e 2 in quella di Ferrara. Il presidente della Regione e Commissario ha firmato un’Ordinanza dopo un confronto con gli enti locali e un’analisi di tutti gli ambiti di intervento. Nel dicembre 2017, con un provvedimento analogo si passò da 60 a 30 comuni. A quelli usciti garantito il supporto necessario per il completamento delle attività e degli interventi in corso fino al definitivo rientro alla gestione ordinaria.

Bologna – Si dimezza ancora il “cratere”, ovvero l’area colpita dal sisma del 2012, dalla quale escono altri 15 comuni, che rientrano così nella normalità.
Anche al tempo della pandemia, si realizza così un ulteriore salto di qualità tanto che, a circa nove anni dalle terribili scosse del 20 e 29 maggio 2012, si è potuta realizzare una nuova ricognizione generale sul complessivo stato di attuazione e ridurre l’area interessata, analogamente a quanto già avvenuto a dicembre 2017, quando si passò da 60 comuni a 30. Oggi si dimezzano ulteriormente i centri del cratere portandoli a 15, per concentrare maggiormente gli sforzi laddove c’è ancora più bisogno. La ricostruzione in metà dei comuni ancora coinvolti è ora giunta a un punto tale da essere compatibile con le attività ordinarie delle amministrazioni locali.
I comuni che escono dal cratere sono 6 in provincia di Modena (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Ravarino, San Prospero e Soliera); 4 in provincia di Reggio Emilia (Fabbrico, Guastalla, Luzzara, Rolo); 3 in provincia di Bologna(Galliera, Pieve di Cento, San Giovanni in Persiceto) e 2 in provincia di Ferrara (Poggio Renatico, Vigarano Mainarda).
Quelli che restano sono uno nel bolognese (Crevalcore), uno nel reggiano (Reggiolo), quattro nel ferrarese (Cento, Bondeno, Ferrara e Terre del Reno) e 9 nel modenese (Carpi, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro e San Possidonio).

A stabilirlo un’Ordinanza (la numero 8 del 17 marzo 2021) firmata dal presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la Ricostruzione, Stefano Bonaccini. Il provvedimento arriva dopo un confronto con gli enti locali e un’analisi di tutti gli ambiti di intervento (ricostruzione pubblica e privata, assistenza alla popolazione e misure per i centri storici), che ha fatto emergere il risultato delle attività svolte finora e le residue necessità ancora da soddisfare.

“Avevamo preso questo impegno coi sindaci nel maggio scorso, in occasione dell’ottavo anniversario delle terribili scosse del 2012 che sconvolsero il nostro territorio e distrussero edifici pubblici e privati per un ammontare di circa 14 miliardi. Oggi- afferma il presidente Bonaccini– quasi il 90% della ricostruzione è realizzata: pressoché completata quella privata di case e fabbriche, uffici e negozi, certamente più lenta quella del patrimonio storico e monumentale che pure procede. La metà dei comuni è nella condizione di rientrare nella piena normalità, anche se troveranno il nostro sostegno fino al pieno completamento delle attività”. Ai comuni che non sono ricompresi nel cratere, infatti, sarà garantito il supporto necessario per il completamento delle attività e degli interventi in corso fino al definitivo rientro alla gestione ordinaria.

“Questo ulteriore dimezzamento del cratere, esattamente come facemmo una prima volta nel 2017, significa- aggiunge Bonaccini– da un lato poter meglio concentrare le risorse sulla ricostruzione pubblica, dall’altro dimostrare nei fatti che anche nella pandemia questo lavoro non si ferma. In un Paese abituato purtroppo a trascinare per decenni i problemi, la ricostruzione in Emilia entra a tutti gli effetti nella fase finale. È anche grazie a questo lavoro e a questa credibilità che le risposte dai diversi Governi che si sono susseguiti non sono mai mancate rispetto ai problemi che abbiamo posto, anche nei mesi scorsi”.

“Voglio quindi ringraziare ancora una volta i sindaci e i parlamentari di tutti i gruppi politici, senza distinzione di colore- chiude il presidente della Regione-, che hanno assicurato il proprio impegno per questi risultati facendo di quella dell’Emilia-Romagna ‘una ricostruzione esemplare’, come ha voluto definirla il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”.

L’Ordinanza è consultabile sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna (Burert). /gia.bos.

 

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it