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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Oggi a Crevalcore, a quattro anni dalla prima scossa del 20 maggio 2012, il punto della situazione sulla ricostruzione dei beni ecclesiastici, con il vescovo di Bologna, Monsignor Zuppi

Bologna – Delle 2000 strutture danneggiate dal sisma del 2012, 700 sono edifici religiosi. Al loro recupero, su un fabbisogno stimato il circa 460 milioni di euro, sono stati destinati fino ad oggi 230 milioni di euro, che rappresentano il 22% delle risorse complessive dedicate al ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Sono questi i dati illustrati dalla Regione questa mattina a Crevalcore (Bo) durante il convegno “Comunità e ricostruzione: la Chiesa di Bologna a quattro anni dal sisma”, realizzato nel giorno del quarto anniversario delle prime scosse di quattro anni fa.
Durante i lavori – moderati da don Mirko Corsini, delegato regionale e diocesano per la ricostruzione dal sisma 2012 – sono intervenuti: il vescovo di Bologna, Monsignor Matteo Zuppi, il presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, il responsabile unico del procedimento dell’Arcidiocesi, Fabio Cristalli, il rappresentante del ministero dei Beni e attività culturali, Francesco Eleuteri, e il direttore della struttura tecnica del Commissario delegato, Alfiero Moretti.
«Ora il nostro impegno è quello di velocizzare la realizzazione della parte più complessa della ricostruzione del territorio colpito: i centri storici, anima e identità delle nostre comunità. I centri storici, con i loro monumenti e con le chiese ferite dalle scosse”, ha sottolineato il presidente Bonaccini aprendo i lavori. “Per le chiese occorre sottolineare il grande impegno e la professionalità profuso da tutte le sei diocesi che si sono dotate di personale qualificato per poter soddisfare gli adempimenti tecnici e formali per l’esecuzione di tutti gli interventi di propria competenza. Alle risorse già messe in campo, si aggiunge, è notizia di qualche giorno, l’impegno del Cipe di destinare al Ducato Estense oltre 70 milioni di euro che potranno essere utilizzati anche per i beni ecclesiastici delle zone colpite dal terremoto».
Per le chiese danneggiate del sisma, a oggi sono stati presentati progetti per 185 milioni di euro, pari all’80% dell’intero finanziamento: sono state assegnate risorse, a seguito dell’approvazione dei progetti, per 76 milioni di euro, pari al 41% dei progetti presentati.
Fin dalle prime fasi post-sisma la Regione ha intrapreso un percorso di collaborazione con la Cei e il suo ufficio di riferimento sul territorio, che si è rivelato proficuo. Si è lavorato insieme, nella fase emergenziale, individuando un primo lotto di interventi necessari a garantire la continuità di culto di tutte le comunità locali (almeno una per comune). Successivamente, per tutti gli altri interventi inseriti nel Programma delle Opere pubbliche, la Regione ha promosso un’attività di accompagnamento e affiancamento delle stesse Diocesi nell’utilizzo delle risorse assegnate, utilizzabili solo con le procedure proprie degli enti pubblici.

L’Arcidiocesi di Bologna è il soggetto attuatore di tutto il “cratere” che ha il maggior numero di interventi inseriti nei piani attuativi, 69 per 34 milioni: di questi sono stati già presentati il 97% dei progetti per circa 33 milioni, di cui approvati 32 per circa 15 milioni di euro.
Nello specifico, l’incontro di oggi si è tenuto a Crevalcore, dove sono presenti 7 chiese danneggiate dal sisma per una stima di lavori di ripristino pari a 5,5 milioni; 6 chiese hanno già conseguito l’approvazione del progetto e l’assegnazione dei fondi per procedere nell’appalto per circa 4,5 milioni di euro.

Opere pubbliche e dei beni culturali
Nel complesso, l’ammontare dei danni rilevati agli edifici pubblici o di uso pubblico – siano essi di proprietà di enti locali e di enti religiosi – è pari a 1.664 milioni di euro. Per gli interventi necessari sono già disponibili risorse per 1 miliardo e 59 milioni di euro. Gli interventi previsti sono 875. Attualmente il livello di avanzamento della presentazione dei progetti inseriti nel Programma è pari all’84% del complessivo mentre il livello di avanzamento dell’approvazione dei progetti è pari al 48%.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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