Skip to main content

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Un altro ritrovamento di straordinario interesse storico ed archeologico da oggi si affianca alla scoperta della nave romana di Valle Pega. Questa mattina infatti è stato riesumato un sarcofago da una parete posta al lato destro dell’abside del duomo, che ha custodito le spoglie del Vescovo Niccolò D’Arcano (1637-1714). Il sarcofago era stato rinvenuto sotto il pavimento della navata centrale del duomo durante i lavori eseguiti nel 1904 e posto nella collocazione attuale. La prima scoperta risale alla fine del ‘600, quando fu ricostruito il Duomo di Comacchio. Sembra che il sarcofago dopo il primo rinvenimento fosse stato utilizzato come abbeveratoio, ma fu proprio il Vescovo D’Arcano a recuperarlo, disponendo che divenisse la sua tomba al momento della sua morte. Su sollecitazione della dottoressa Anna Stanzani della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici, un gruppo di studiosi della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (con sede a Ravenna) e dei Beni Archeologici oggi ha cominciato ad esaminare i resti ossei ed i reperti rinvenuti all’interno del sarcofago. L’architetto Keoma Ambrogio (Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici) coordina il progetto insieme all’arcehologo Mario Cesarano (Soprintendenza per i Beni Archeologici), mentre Don Riccardo Petroni, in rappresentanza dell’Arcidiocesi è giunto appositamente da Roma sovrintendere a tutte le operazioni. Il sarcofago sarà trasferito nei laboratori di restauro della Soprintendenza a Ravenna, per i necessari interventi di restauro, diretti dalla funzionaria Antonella Ranaldi e dai suoi collaboratori, Elena Cristoferi ed Alessandra Pocaterra. L’Arcidiocesi ha sostenuto il progetto di rimozione (con relativi costi) del sarcofago, che presentava evidenti segni di degrado. Da subito, i ricercatori paleontologi dell’Università di Bologna hanno avviato lo studio sui resti ossei, ma si presume che il sarcofago sia stato profanato, essendo state rinvenute al suo interno numerose macerie. Alla riesumazione e all’avvio degli esami dei reperti ha partecipato anche l’Assessore alla Cultura Alice Carli, la quale, ringraziando l’Arcidiocesi per l’impegno e gli studiosi per il lavoro avviato, auspica che il sarcofago, una volta restaurato, possa essere collocato nel nascente Museo del territorio. “L’obiettivo è infatti di riportarlo a Comacchio, in accordo con l’Arcidiocesi e con la Soprintendenza – spiega l’Assessore Carli – per destinarlo alla sezione medievale del Museo.” Il compito che ora spetta al team degli antropologi, coordinati da Greta Bocchini è la ricognizione dei resti scheletrici per tracciare il profilo biologico (stato di salute, causa di morte, eventuali patologie). A dirigere i lavori Mario Cesarano, archeologo funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici, il quale ha sottolineato il grande valore archeologico della scoperta che “ci riporta alle fasi originarie della Diocesi e alla nascita del primo insediamento di Comacchio. Del sarcofago – ha aggiunto Cesarano – si conosceva la facciata grazie ad un disegno riportato in un volume del 1701. Il sarcofago reca due iscrizioni in latino che cercheremo di studiare.” Saranno compiute ulteriori indagini archeo-botaniche su fiori, pollini, foglie adagiati sui tessuti del vescovo. “Si vede sul fondo anche una targa in bronzo ossidata che probabilmente conteneva il rogito originario – ha rilevato Cesarano – , su cui doveva poggiare la testa del Vescovo D’Arcano. Alla sua destra è stata rinvenuta una bottiglia di vetro ancora intatta con il rogito, probabilmente inserita al momento della traslazione del sarcofago dal pavimento della navata centrale a lato della parete dell’abside.” Di particolare interesse è anche il rinvenimento del pastorale in frammenti metallici. Il rifiorire della ricerca storica ed archeologica nel territorio non può che essere accolto con grande entusiasmo dall’Amministrazione Comunale, che sta dedicando impegno e sforzi massimi verso la creazione del polo museale nell’ex-ospedale settecentesco degli Infermi.

tag:

COMUNE DI COMACCHIO


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it