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Mentre a Ferrara infuria la polemica sui bidoni della spazzatura con le calotte che limitano la possibilità di gettare i rifiuti tutti mescolati, il Nobel per l’Economia, in Svezia, l’hanno assegnato a uno che ha ispirato la Gran Bretagna a risolvere il problema di 2,3 milioni di cicche di sigarette buttate per terra ogni giorno. A vincere il premio più prestigioso del mondo è infatti l’americano Richard Thaler, fondatore della teoria del “nudge”, il pungolo, un “condizionamento gentile” da usare come strumento per indirizzare i cittadini verso comportamenti virtuosi. Grazie alle indicazioni di Thaler, in Inghilterra ad esempio, i mozziconi di sigaretta hanno iniziato a non finire più tanto per terra accumulandosi dentro i cestini doppi, dove ogni spegnimento corretto diventa un modo per esprimere un’opinione (e – tra queste – la più gettonata pare sia quella con “È più forte Cristiano Ronaldo o Leo Messi?”).

Cestino per le cicche di sigarette a Londra ispirato al Nudge di Thaler (da hubbuborg.uk)

Con la stessa teoria di pensiero del pungolo-nudge, all’aeroporto di Amsterdam hanno migliorato l’igiene delle toilette pubbliche maschili. Come? Stampando una mosca nera sulla ceramica degli orinatoi, che si è trasformata subito in stimolo al bersaglio degli utenti, portando a una riduzione dell’80 per cento dei tiri a casaccio che imbrattavano tutt’intorno. Per incentivare la raccolta differenziata, sempre a Londra e sempre seguendo le teorie thaleriane, sono stati lanciati i buoni punti da spendere nei negozi di quartiere, e il riciclo è cresciuto del 35 per cento.

Aeroporto di Amsterdam, particolare della toilette maschile dalla pagina di “Nudge blog”

Anche a Ferrara qualcosa del genere è stato provato in passato, perché ricordo che il conferimento di spazzatura alle stazioni ecologiche avrebbe dovuto fruttare un aumento dei punti del supermercato e uno sconto sulla bolletta. Ma devo dire che io, che ho dismesso batteria della macchina e bottiglie piene di olio refuso e mi sono presa la briga di portarle in uno dei centri Hera, non ho mai percepito alcunché né ho mai visto in bolletta indicazioni circa eventuali sconti. E questo significa che è bene promettere incentivi, ma è necessario poi mantenerli e renderli anche un po’ più tangibili.

Il libro più famoso di Thaler è proprio quello che diffonde la nozione di “Nudge. La spinta gentile”, scritto insieme con il giurista Cass Sunstein (che Obama aveva arruolato come suo collaboratore alla Casa Bianca), edito in Italia nel 2014 da Feltrinelli, ma già best seller nel mondo anglofilo dove – dopo la prima pubblicazione nell’aprile 2008 – ha raggiunto le 750mila copie vendute (vedi Amazon).

Cassonetti con calotta (foto Hera)

Un pungolo gentile contro lo smog che invade le strade del centro storico potrebbe essere anche quello che usano in città, come Milano o Bologna, dove l’accesso alla Ztl e altre agevolazioni di parcheggio sono riservati alle auto elettriche o con motore ibrido. L’Emilia-Romagna si era fatta promotrice a sua volta di questo incentivo, scontando il bollo per tre anni a chi acquistava una macchina così, ma scopro che dal 2017 il bonus è stato eliminato. Potrebbe essere, invece, un’idea da applicare anche a livello comunale, casomai decidendo di scontare degli oneri alle pizzerie di Ferrara che fanno la consegna a domicilio in centro storico nel caso in cui decidano di dotarsi di una flotta di motorini rigorosamente elettrici senza smog né rumori molesti su e giù dai ciottoli.

Magari, ora che Thaler ha vinto il Nobel, questi stimoli potrebbero arrivare meglio. E chissà che non possano diventare davvero più piacevoli per i cittadini le cosiddette buone prassi, i comportamenti giusti che rendono tanto più gradevole la vita di tutti. Senza minacce, ma con piccole e immediate fonti di soddisfazione reciproca.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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