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Da: Regione Emilia-Romagna

Calvano e Zappaterra (PD): ‘Una rete di servizi integrati e obbligo vaccinale per tutelare bambini e famiglie’
La Regione Emilia-Romagna va avanti con la riforma dei servizi per l’infanzia e va avanti con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i bambini che frequentano i nidi e gli spazi-bimbo sia pubblici sia privati.

“Oggi la Commissione Scuola dell’Assemblea Legislativa si è riunita per l’udienza conoscitiva durante la quale abbiamo avuto modo di ascoltare medici, operatori ed associazioni. La proposta di legge varata dalla Giunta crediamo vada nella giusta direzione, quella di una maggiore flessibilità organizzativa per rispondere alle esigenze delle famiglie – spiegano i Consiglieri regionali Paolo Calvano e Marcella Zappaterra – ma anche quella di una più efficace tutela della salute dei bambini”.

“Sicuramente, infatti, la novità più importante e dibattuta, è quella dell’introduzione dell’obbligo vaccinale contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B per i bimbi che frequentano i nidi e le strutture ricreative nel territorio regionale. Il progetto di legge di iniziativa della Giunta trova la condivisione e il sostegno del gruppo del Partito Democratico: l’Emilia-Romagna sarebbe la prima Regione d’Italia a provvedere in tal senso. – puntualizzano i Consiglieri PD – I nostri servizi sono considerati un modello in Italia e nel mondo e vogliamo confermare questo primato.

“A differenza di gruppi spontanei e politici che millantano l’opinabilità dell’efficacia dei vaccini, possiamo solo prendere in considerazione i dati scientifici. – chiariscono Calvano e Zappaterra – La questione se vaccinare o meno un bambino non è semplicemente una questione di libertà individuale e di scelta: è una questione di tutela della salute di tutta la comunità, in particolare di quella infantile”.

“La politica non si può sottrarre all’obiettivo di prendere decisioni che favoriscano il ritorno ad una copertura vaccinale pari ad almeno il 95%, quota che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera necessaria per garantire l’immunità di gregge. A questo compito si somma quello di porre in essere tutti gli strumenti informativi necessari a rendere consapevoli e responsabili operatori e famiglie. – concludono Calvano e Zappaterra – Proprio da loro, basti pensare all’attività del gruppo Io Vaccino, rappresentata nell’udienza di oggi dalla fondatrice Alice Pignatti, come di quella del dottor Roberto Burioni, Ordinario di Microbiologia e Virologia Università Vita-Salute San Raffaele, Milano e divulgatore scientifico, anch’egli intervenuto nel dibattito, ci arriva il sostegno più forte ad andare avanti”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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