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Da Organizzatori

Riprende l’attività, dopo un periodo di stasi,  del Cineclub Fedic Ferrara . Il rilancio di questo glorioso Cineclub  costituito  il 16 ottobre 1953 con la presidenza  dell’industriale Giorgio Piacentini e distintosi già dal 1954, a livello nazionale, con opere di alcuni autori tra cui Massimo Sani, Ezio Pecora e  Renzo Ragazzi che in seguito opereranno con successo in televisione, avrà luogo  venerdi 9 giugno, con inizio alle ore 17.00, presso il Circolo Negozianti di Palazzo Roverella che già negli anni Cinquanta ha ospitato l’attività di questa associazione cinematografica.
In occasione dell’inaugurazione sarà presentato il libro “Autori Fedic alla ribalta”(Edizioni La Carmelina) di  Paolo Micalizzi, giornalista, critico e storico del cinema nonché presidente onorario del Cineclub Fedic Ferrara  e responsabile  nazionale  di Fedic Cinema attuando, tra l’altro, iniziative culturali alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dirigendo la Rivista online “Carte di Cinema”. A corredo della presentazione del volume, che comprende profili e interviste a 22 filmmakers Fedic, saranno proiettate alcune opere, di autori storici della Federazione Italiana dei Cineclub ed emergenti. Di Franco Piavoli, il cortometraggio “Evasi”( 1964,12’)  che coglie le reazioni di tifosi di una partita di calcio per sottolineare un’esistenza massificata dai feticci del mondo moderno. “Marco del mare”(1957,18’) di Piero Livi è imperniato sulla storia del  fantasma di un giovane pescatore affogato che ritorna fra le persone amate per constatare che il suo ricordo sia ancora vivo in loro. Il programma prosegue con l’opera di un giovane emergente Fedic, Francesco Giusiani, dal titolo “Innocenze perdute”( 2011,13’) che racconta la storia  di alcuni ragazzi di una borgata romana e di una partita di calcio sfociata in dramma. Concluderà il  film d’animazione, “Patatrac”(2001,5’) di Nedo Zanotti, originario di Ferrara ma residente a Milano, che è incentrato su un personaggio curioso, Popper, un omino con un grosso nasone a patata. Le attività del Cineclub Fedic Ferrara riprenderanno in ottobre con ospiti a livello nazionale.
Il Cineclub Fedic Ferrara è oggi presieduto da Federico Felloni , ha come vice presidente Roberto Fontanelli, consiglieri Carlo Magri, Vincenzo Iannuzzo e  Giorgia Pizzirani (segretaria).

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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