Skip to main content

Nella Sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione, il 28 ottobre alle15, si terrà la premiazione dei vincitori e dei finalisti del Concorso “Rileggiamo l’Articolo 34 della Costituzione” con la partecipazione del Ministro Patrizio Bianchi e del professor Gustavo Zagrebelsky.
Promosso dal MI e dall’Associazione Articolo 21, in collaborazione con la Rai, la Fnsi e altre istituzioni il concorso ha visto la
partecipazione di 179 squadre di studenti di Istituti superiori di 62 province di 19 regioni: alcune migliaia di giovani che, lavorando
collegialmente, si sono interrogati sullo stato di salute della scuola italiana alla luce dei dati emersi dal rapporto Ocse 2019
sull’apprendimento dei giovani che hanno terminato la scuola dell’obbligo: un quadro preoccupante che ha messo in luce diseguaglianze tra Nord e Sud, ricchi e poveri, ragazzi e ragazze, ma anche una diffusa difficoltà nella scrittura e nella comprensione dei testi scritti. Nei loro elaborati gli studenti, assistiti dai docenti, si sono interrogati sulle criticità della scuola: modello organizzativo, metodi di insegnamento, spazi educativi e sul monotono alternarsi di lezioni-interrogazioni che penalizza il dialogo, il confronto e l’approfondimento.

Soprattutto si sono chiesti: è possibile un modo diverso di fare scuola e di vivere la scuola?
Nel rispondere a queste domande, hanno potuto giovarsi delle riflessioni e delle testimonianze di alcuni autorevoli membri della giuria con cui hanno dialogato nel corso di vivaci webinar. Tra questi, Lucio Russo, Gino Roncaglia, Roberto Zaccaria e Gustavo Zagrebelsky. Quest’ultimo, in particolare, ha tenuto un’indimenticabile lezione in videoconferenza (oltre 10.000 partecipanti) sul modo di fare lezione, introdotta da una citazione del pedagogo russo Pavel Florenskij: “La lezione non è un tram
ma una conversazione con gli amici” (visibile sul sito di Articolo 21 e del concorso).

Il merito di questo concorso sta nell’aver spinto gli studenti a riflettere sulla propria condizione nella consapevolezza che senza il
loro protagonismo non vi sarà mai una radicale riforma della didattica e dell’apprendimento, né una scuola che “provveda a che ogni individuo abbia la possibilità di sfuggire alle limitazioni del gruppo sociale nel quale è nato” (J. Dewey).
Gli studenti hanno raccolto le loro riflessioni in un breve elaborato. A seguito di una prima selezione, sono state indicate le 20 squadre che hanno avuto accesso alla finale del concorso. Tra queste, la giuria ha attribuito il maggior numero di consensi, a pari merito, a due scuole del Mezzogiorno: Il Liceo Scientifico Michele Guerrisi di Cittanova (RC) e l’Istituto Tecnico Carlo Gemmellaro di Catania.
Alle detenute Rom del Carcere Circondariale femminile di Rebibbia, la giuria ha assegnato una Menzione speciale per il valore che attribuiscono all’istruzione dei propri figli.
È possibile seguire la premiazione del concorso in diretta streaming su al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/embed/IMj7d-eYK3M

https://www.youtube.com/watch?v=IMj7d-eYK3M&authuser=0

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it