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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

“La Tassa dei rifiuti in questi ultimi anni è salita oltre in media del 20% e la situazione si è complicata creando ulteriori incertezze a tutti livelli. Il prossimo mese di settembre ci sarà l’emissione della bolletta rifiuti: per i nostri pubblici esercizi e commercianti questo rappresenta un vero salasso – spiega Marco Amelio, presidente Ascom Confcommercio di Cento – Le tariffe hanno subito un aumento esponenziale che ha colpito in particolare modo quelle categoria di attività “sensibili” come ristoratori, fioristi ed ancora negozianti di frutta e verdura. Siamo in una situazione paradossale perchè i consumi delle famiglie sono calati e dall’altro l’introduzione della raccolta differenziata che doveva calmierare il costo del servizio non ha ancora prodotto effetti tangibili. Ascom intende portate all’attenzione dell’Amministrazione Comunale tutta l’urgenza di questa situazione che rischia di rendere settembre un mese caldissimo: vogliamo proporre una serie di modifiche del regolamento. In particolare – aggiunge il presidente – bisogna ripensare al punto della quantità dei rifiuti prodotti: infatti è impensabile che un ristorante o un albergo paghi interamente per il totale della superficie indipendentemente dalla vera produzione . Non è possibile che un albergo, dotato di una ventina di camere, paghi 26mila euro di TARI od una pizzeria qualcosa come 12mila…”.
In definitiva per Ascom è necessaria l’introduzione di criteri che tengano in considerazione la stagionalità, i rapporti tra le aree destinate alla produzione piuttosto che i locali accessori od espositivi, pensando nel contempo ad un sistema che premi i comportamenti virtuosi legati allo smaltimento differenziato.
“E’ nostra intenzione – chiude Amelio – convocare un assemblea dei nostri associati appena trascorse le festività di Ferragosto per raccogliere istanze da condividere in un documento condiviso da presentare a Cmv e Comune di Cento. Tra le richieste anche di realizzare una maggiore rateizzazione del pagamento della TARI (su somme cospicue) in modo da far respirare i nostri associati e nel frattempo proseguire il percorso già intrapreso con il Comune per rivedere le tariffe”.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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