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Da: Organizzatori
Oltre 350.000 lavoratori che assicurano la tenuta del welfare del nostro paese garantendo servizi a oltre 7 milioni di persone. Questi i numeri, in Italia, delle 11.500 cooperative sociali aderenti a Legacoopsociali, Confcooperative Federsolidarietà e Agci Solidarietà interessate dal rinnovo del contratto collettivo nazionale della cooperazione sociale, siglato a fine marzo con le parti sindacali FP-CGIL, FISASCAT-CISL, FPS-CISL, UIL-FPL, UIL TUCS e ora in attesa del sì definitivo dai lavoratori.
In provincia di Ferrara i lavoratori interessati dal rinnovo sono oltre 3.000, di cui oltre l’80% a tempo indeterminato e oltre il 70% donne.
“La firma del contratto è un importante segnale di riconoscimento della professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno garantiscono l’educazione di tanti bambini, l’assistenza e la cura dei nostri familiari e di tante persone anziane, disabili e in difficoltà”, commenta il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini, evidenziando come le coop sociali siano “la struttura portante del welfare emiliano-romagnolo. È importante che i lavoratori di questo comparto siano tutelati, nel rispetto dei contratti di lavoro sottoscritti dalle centrali cooperative e dai sindacati più rappresentativi. Le parti hanno infatti sottoscritto un accordo per impegnarsi a promuovere e valorizzare la completa applicazione del CCNL nelle diverse sedi territoriali, disincentivando l’utilizzo di contratti pirata che consentono di abbassare artificiosamente il costo del lavoro. Un impegno che chiediamo anche a chi si candida a governare gli enti locali nelle prossime elezioni”.
Il CCNL rinnovato conferma la dignità del lavoro stabile e al contempo accoglie elementi di flessibilità organizzativa, quali la banca ore e la stagionalità, per rispondere in modo ancora più coerente ai nuovi bisogni di welfare e contribuire a innovare le politiche sociali del nostro Paese. “A Ferrara le cooperative sociali, di varia dimensione e specializzazione, sono tra le poche imprese che hanno saputo creare lavoro anche negli anni più difficili della crisi – prosegue Benini –. La firma del CCNL porta ulteriore innovazione e riconoscimento in un settore su cui il nostro territorio può puntare anche per il futuro”.
Nel CCNL sono state inserite nuove figure come quella per l’aiuto domiciliare e del docente dei servizi per l’infanzia 3/6 anni, per rendere ancor più completa l’offerta di servizi e valorizzare le competenze professionali. Sono state inoltre inserite alcune tutele ulteriori, come il congedo per le donne lavoratrici vittime di violenza e di genere e il rafforzamento della garanzia della conservazione del posto di lavoro ai dipendenti nei casi di gravi patologie. Il rinnovo prevede un aumento della retribuzione di 80 euro mensili a regime, pari al 5,95% in 3 tranche di cui l’ultima a settembre 2020. È stata concordata, inoltre, l’erogazione una tantum di 300 euro in due rate nel 2019 e un incremento dello 0,5% a sostegno della previdenza integrativa. È stato valorizzato, tramite un’indennità di funzione, l’affiancamento all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e dato il giusto riconoscimento normativo a tutta la cooperazione sociale di inserimento lavorativo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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