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Anche Ferrara è scesa in piazza per dire “stop” ai cambiamenti climatici e lo ha fatto con centinaia di studenti in corteo per il “GlobalStrike4Climate“. Questo evento, lanciato dall’attivista svedese Greta Thunberg, ha avuto una risonanza mondiale e in Italia ha visto scendere in strada manifestanti in 182 piazze per lanciare un messaggio chiaro indirizzato ai grandi del pianeta, con la volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica verso un disastro ambientale che nel volgere di 11 anni potrebbe essere irreversibile.

Il corteo ferrarese è partito dalla piazza del Municipio dove, tra cartelli e volti dipinti di verde, prima di muoversi, ci sono stati gli interventi degli esponenti di varie associazioni. Matteo Zorzi, tra gli organizzatori e presidente di ‘Rua-Udu Ferrara’, ha detto “Il numero di partecipanti è inaspettato, nemmeno riescono ad entrare tutti in piazza”; e sui motivi di questa manifestazione mondiale ha aggiunto: “Chiediamo un cambiamento, chiediamo i fatti perché il tempo delle parole è finito e lo chiediamo anche al nostro Governo. È l’inizio di un percorso, noi saremo qui ogni giorno per ricordare quello che c’è da fare”.

Sulla stessa linea Raffaele Bruschi, tra i coordinatori di “FridaysForFuture Ferrara” che, intervistato da Ferraraitalia, ha mostrato anche lui sorpresa per il numero di partecipanti (“non ci aspettavamo così tanta gente”) e ha lanciato un messaggio che tutta la piazza ha condiviso: “Stiamo dicendo a tutti di fermarci e gridando a gran voce la necessità di riprenderci il nostro futuro”.

Il corteo ha poi mosso i passi verso via Garibaldi, per attraversare largo Castello e dirigersi, attraversando corso della Giovecca, in piazza Medaglie d’Oro dove la folla accorsa si è raccolta e similmente ad una curva da stadio, ha intonato slogan e tratto le conclusioni affidate a vari attivisti.

Tra i temi lanciati, quello per un’alimentazione consapevole, che eviti gli sprechi e rifletta sull’uso intensivo dei terreni destinati a coltivare cibo per gli allevamenti, un’economia che non pensi solo al capitale ed al profitto, ma si preoccupi delle conseguenze dell’inquinamento sulla salute dell’uomo. Non sono mancate le contestazioni alle politiche sull’immigrazione dei vari governi, non solo quello italiano, che intervengono solo sulla conseguenza di un problema – quello migratorio – la cui origine non è estranea ai cambiamenti climatici in atto sul nostro pianeta.

Quella di oggi è stata una delle manifestazioni con più partecipanti viste a Ferrara negli ultimi anni, con circa cinquemila tra studenti e attivisti scesi per strada per dire “Riprendiamoci il futuro”.

Unica nota dolente di una manifestazione altrimenti riuscitissima, un piccolo scontro tra un gruppo di studenti di ‘Link’, associazione vicina alle correnti dei centri sociali, e quelli di ‘Azione Universitaria’, movimento universitario di destra. Questi ultimi, rei di aver esposto il simbolo dell’associazione, hanno subito attacchi prima verbali e poi un tentativo di strappo del loro striscione. Sull’accaduto Raffaele Bruschi ha precisato: “Avevamo chiesto di non portare simboli in piazza tranne quello del FridaysForFuture e ci chiediamo come mai siano qui, insieme ad Alessandro Balboni, candidato con Alan Fabbri, visto che quest’ultimo ha criticato questa manifestazione”. Pronta la replica di Balboni, che contattato dal nostro giornale ha spiegato: “All’inizio ci avevano detto di poter usare il nostro simbolo e solo 2 giorni fa ci hanno comunicato il contrario. Giunti in Medaglie d’Oro avevamo deciso di coprirlo con una bandiera tricolore, ma mentre stavamo ragionando pacificamente con Raffaele Bruschi, abbiamo subito un’aggressione da alcuni attivisti di Link. L’ambiente e l’ecologia non devono avere un colore politico e anche noi di destra siamo vicini a questi tempi perché il futuro appartiene a tutti”.

Qui sotto le foto della manifestazione

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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