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Da Organizzatori

Sono stati necessari due anni e l’insistenza di Confagricoltura per muovere AGEA Coordinamento a definire le procedure idonee a consentire il pagamento degli aiuti PAC alle aziende agricole che avevano coltivato, nel 2016 e 2017, più del 75% della loro superficie ad erba medica. La vicenda è emblematica dell’attuale PAC. Nel 2015, primo anno di attuazione della vigente PAC, l’erba medica fu considerata “erba” e come tale esentata dall’obbligo di diversificazione, qualora presente in azienda, come detto, in misura superiore al 75% della superficie a seminativo. Nel 2016, a sorpresa, la riclassificazione a normale “seminativo” e come tale da assoggettare agli obblighi della diversificazione. Questa variazione ha impedito il pagamento degli aiuti accoppiati nelle due annualità, benché la Commissione si fosse già espressa sulla possibilità di continuare ad ammettere la deroga in caso di presenza di contratti pluriennali, e ciò a causa dell’assenza di precise disposizioni da parte dell’Organismo di Coordinamento Nazionale. Indicazioni che sono finalmente giunte all’interno della nota di Agea Coordinamento, con cui si fissano le modalità di pagamento dell’anticipo PAC 2017. Viene quindi confermato che per le annualità 2016 e 2017 la presenza di contratti pluriennali per la coltivazione della medica, che deve essere in purezza, consente di trattare tale coltura come “erba o altra pianta erbacea da foraggio” ai fini della verifica degli adempimenti della diversificazione. Le mediche in questione devono essere state piantate nel 2015 o nel 2016, ed essere state indicate nelle relative Domande Uniche. Nel frattempo un ulteriore importante risultato è stato ottenuto in sede Comunitaria. L’accordo politico dei giorni scorsi, che di fatto ha sbloccato la revisione della vigente PAC, ha sancito che le aziende che presentano colture leguminose (leggasi erba medica) in misura superiore al 75%, saranno esentate alla diversificazione e ciò già a partire dalla prossima annata agraria 2017/2018. In tal modo l’erba medica torna a assumere lo stesso status che aveva usufruito nel 2015. Grande soddisfazione quindi per Confagricoltura Ferrara, che in tutto questo tempo non ha mai smesso di sollecitare la soluzione di questa assurda questione, che ha impedito a decine di aziende agricole ferraresi di percepire i premi loro spettanti, e che invece ora, grazie alla perseveranza di Confagricoltura, si vedranno erogare quanto loro spettante.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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