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Da: Ufficio stampa Prefettura di Ferrara

Presieduto dal Prefetto Michele Campanaro, si è riunito in serata a Palazzo don Giulio d’Este l’Osservatorio provinciale per la sicurezza stradale.
All’incontro hanno partecipato il Presidente della Provincia Barbara Paron, il Questore Giancarlo Pellini, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Gabriele Stifanelli, oltre al rappresentante del Comando della Polizia Stradale, ai Comandanti delle Polizie Locali della provincia, ai referenti dell’Azienda USL di Ferrara, dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Ferrara.
“La riunione di oggi – ha introdotto il Prefetto – segue di pochi giorni la direttiva del Ministro dell’Interno per innalzare il livello di contrasto del fenomeno dell’incidentalità stradale. Nella consapevolezza che la complessità del fenomeno richiede un maggiore e più efficace coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, auspico che le componenti dell’Osservatorio possano fare quel salto di qualità necessario a rafforzare non solo i servizi di controllo, ma anche per sviluppare una più capillare attività preventiva”.
Nel corso della riunione odierna, sono stati quindi presentati i primi dati – in corso di validazione, ma indicativi della dimensione del fenomeno – sul numero di incidenti con lesioni registrati nel 2019: un primo, provvisorio bilancio ha evidenziato 579 sinistri nel primo semestre e 626 nel secondo semestre, con 32 decessi complessivi sull’intero anno (15 nel primo semestre e 17 nel secondo semestre).
Nel 2019, inoltre, sono state ritirate 515 patenti per violazione all’art. 186 del C.d.s. (guida in stato di ebbrezza), di queste 83 a seguito di incidenti causati dall’elevato tasso alcolico del conducente, a fronte di 500 patenti ritirate nel 2018, con 82 incidenti causati dallo stato di ebbrezza. Sintomatico è il fatto che, nel 2019, la maggior parte degli incidenti per guida in stato di ebbrezza (42 su 83) sia stata causata da conducenti nella fascia d’età compresa tra i 36 ed i 55 anni. Quanto alle violazioni all’art. 187 del C.d.s. (guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti), nel 2019 sono state ritirate 18 patenti e accertati 3 incidenti; nel 2018, le patenti ritirate sono state 15, nessuna delle quali a seguito di incidente.
“L’iniziativa del Ministro – ha proseguito il Prefetto, che ha pure ricordato la recente sottoscrizione dell’Accordo Quadro con Anci dei servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana – punta, tra l’altro, ad un maggior coinvolgimento delle Amministrazioni locali in tema di prevenzione e contrasto dei sinistri stradali. In questo senso, sulla base degli indirizzi ministeriali, verrà prossimamente convocata apposita riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per promuovere con il capoluogo ferrarese ogni forma di collaborazione utile al pieno raggiungimento degli obiettivi dello stesso Accordo Quadro”.
A conclusione di incontro, il Prefetto ha disposto l’immediata attivazione in Prefettura di un tavolo di lavoro, che si riunirà a partire già dalla giornata di domani, con il compito di acquisire ed analizzare con maggior dettaglio i dati statistici sulla incidentalità stradale nel ferrarese e di procedere ad una puntuale verifica delle criticità stradali finalizzata a porre all’attenzione degli Enti proprietari le situazioni di maggior pericolo per la circolazione, ai fini dei necessari interventi migliorativi della stessa sicurezza stradale (miglioramento della segnaletica e dell’illuminazione, dissuasori di velocità, etc.), oltre che della intensificazione dei controlli su strada. Sul piano dell’attività preventiva, verrà messa a punto un articolato programma di iniziative di formazione e sensibilizzazione curato dalla Polizia Stradale, in collaborazione con le Polizie Municipali, e con il coordinamento dell’Ufficio scolastico provinciale, attraverso incontri divulgativi indirizzati non solo ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado della provincia, ma anche ai cittadini stranieri richiedenti asilo e alle fasce di popolazione a più bassa scolarità e con situazioni di disagio, attraverso il coinvolgimento del Centro per l’istruzione degli Adulti (CPIA) e l’Unità di medicina riabilitativa S. Giorgio presso l’ospedale di Cona (FE).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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