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di Giulia Echites

A Bologna torna il Rock. Quello elettronico di Fatboy Slim e quello metal degli Iron Maiden, in città per la loro unica data italiana, ma anche il punk rock dei Pogues e l’indie dei Queens of the Stone Age.
A due anni di distanza dall’ultimo Indipendent Day, il parco Nord, oggi arena Joe Strummer, si prepara di nuovo per ospitare, da domani (venerdì 30), uno dei più importanti festival del panorama internazionale, Rock in Idro, che da quest’anno lascia Milano per approdare nel capoluogo emiliano.

E se da un lato gli organizzatori strizzano l’occhio alla tradizione festivaliera europea, dall’altro sanno quanto è difficile realizzare questo tipo di eventi in Italia; da qui la decisione di investire aggiungendo due giornate di eventi (quattro in tutto), prolungando così la durata tradizionale di un festival, e variando il genere musicale durante i quattro giorni. Il risultato è che in fase di prevendita sono stati acquistati biglietti da tutta Italia e pullman dalla Slovenia e dalla Croazia sono stati organizzati appositamente per l’evento. «Siamo vicini a raggiungere le 40mila presenze – dicono gli organizzatori – domenica, con gli Iron Maiden, riempiremo l’arena».

Quest’anno, però, nel costruire lo spazio per il Rock in Idro, si è scelto di «privilegiare comfort e qualità – come spiega Lele Roveri, direttore artistico dell’Estragon – rispetto ai grandi numeri». Dunque una capienza massima di 20mila spettatori e un’area vip riservata a chi vuole godersi lo spettacolo seduto o con un drink: una sorta di terrazzo costruito ad hoc sull’arena, che può accogliere fino a 200 persone, a cui si può accedere pagando 30 euro in più rispetto al costo del biglietto. Solo per la giornata degli Iron Maiden poi, verrà allestita un’area pit di fronte al palco che ospiterà 2700 persone. Il pacchetto aggiuntivo per l’ingresso all’area pit, acquistabile con 20 euro, è andato subito esaurito.

Sul palco (grande quasi 400 metri quadrati) saranno installati maxischermi laterali e per ogni artista sono previsti giochi di luce diversi. Alcune band, come gli Iron Maiden e i Queens of the Stone Age, provvederanno a portare parte della loro scenografia.
«Bologna sta dimostrando la sua capacità di costruire eventi musicali come questo, rilevanti a livello europeo, e più piccoli, ma comunque di qualità», commenta l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi, che poi però aggiunge «se tutti lavorassimo nella stessa direzione e se ci fosse qualche investimento in più da parte dei privati, si otterrebbero risultati molto interessanti per la città al punto di vista dell’indotto».

[© www.lastefani.it]

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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