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Che Roma sia la capitale più affascinante del mondo non c’è dubbio alcuno, come è altrettanto vero che sia oggi fra le capitali occidentali meno rispettata dai turisti, e ahimè, anche da alcuni suoi abitanti.
Quando si passeggia per Roma ciò che per gli occhi è nutrimento puro lo è anche per la mente e per il cuore, che non possono rimanere insensibili ai 2.700 anni di storia (sperando di non far torto a nessuno) visibili nella loro panoramica interezza nella passeggiata sulla balconata del Gianicolo. Perdersi nella bellezza guardando ‘con gli occhi verso l’alto’: i quartieri cinquecenteschi, seicenteschi e via via quelli di tutti i secoli fino al Razionalismo novecentesco dell’Eur, un quartiere sfortunatamente non ultimato causa la tragedia della guerra, con quel poderoso Palazzo della Civiltà Italiana o ‘Colosseo quadrato’ di grande personalità, che non ha certamente eguali sul nostro globo.

Architetture, forme, decori e accostamento di stili nei secoli sono in un equilibrio perfetto; anche il discusso Vittoriano -conosciuto ai più come Altare della Patria – che alcuni intellettuali in cerca di pubblicità vorrebbero demolire si integra molto meglio di tanti interventi architettonici avvenuti negli anni del dopoguerra e fino agli anni Novanta del secolo scorso, quando molte costruzioni hanno subito il violento atto predatorio del buon gusto da parte di palazzinari e politici di ogni tendenza e di ben poco spessore, di nuovo alla ribalta alcuni mesi fa nella vicenda corruttiva del nuovo stadio.

Da almeno un anno Roma però è alla ribalta in Italia e nel mondo per un drammatico argomento che salta agli occhi quando passeggiando si guarda ‘verso il basso’: la spazzatura sulle strade. Un aspetto che a prima vista risulta semplice nella soluzione come spesso urlano radio, televisioni e giornalisti spesso frettolosi, ma forse non è proprio cosi. A Roma vi sono diversi fattori che, a mio avviso, convergono nel causare la situazione che abbiamo sotto gli occhi: spazzatura ovunque, uno spettacolo indegno, e questo è un fatto. Ma chi è o chi sono i responsabili di questo affronto alla città più affascinante del mondo?
Certo l’amministrazione comunale M5S in carica ha la responsabilità globale sull’efficacia del ritiro della spazzatura, sullo smaltimento della stessa, sull’operatività del personale insieme ad Ama, ma vediamo cosa ho osservato:
– in città circolano nell’area del centro centinaia di sbandati di ogni etnia e lingua, che bivaccano in ogni angolo fra monumenti millenari senza curarsi minimamente di ripulire il bivacco da carte, bicchieri, piatti, residui di cibo abbandonato per le strade e sotto le panchine, rifiuti che poi invadono ovunque.
– in città è quotidiano vedere bambini e ragazzi di etnie nomadi che aprono i sacchetti prelevati dai cassonetti del cartone, della plastica, degli abiti alla ricerca di cose utili, lasciando poi il contenuto tutto per strada e in un attimo il vento spande ovunque per le strade questi avanzi.
– centinaia e migliaia di turisti di diversa provenienza che in centro e presso i monumenti aprono bottiglie, lattine, sacchetti di pizze consumate in fretta e i contenitori abbandonati nei vasi, dietro gli angoli delle strade utilizzati spesso come latrine.
– mi hanno stupito le modalità con cui diversi romani riempiono i cassonetti del cartone senza piegare i contenitori e quindi i cassonetti son subito pieni. Inoltre ho visto cassonetti vuoti con sacchetti appoggiati fuori (che poi si rompono), quindi appoggiati li dopo lo svuotamento dei contenitori.
Alcuni amici romani mi hanno detto che diversi episodi riguardanti la spazzatura sono boicottaggi messi in atto per un contrasto politico contro la sindaca Raggi.
Non parliamo poi dell’utilizzo come cloache dei colonnati e degli angoli poco in vista da parte di varie categorie di soggetti.
Certo anche qui la principale responsabile è la sindaca Raggi, la quale, dovrebbe emettere nuove ordinanze o fare rispettare quelle in essere, se valide, punendo severamente attraverso la Polizia Municipale chi sporca e imbratta la città in quanto poi siamo noi italiani tutti a dover pagare il conto. In alcune strade a ridosso del centro ho visto un’iniziativa di ragazzi immigrati che puliscono tratti di marciapiede chiedendo qualche spicciolo; si rendono più vicini ai cittadini e certamente è più dignitoso che chiedere con il cappello in mano l’elemosina davanti ai bar o ai supermercati. Sorprende che i sindacati non abbiano già protestato per un po’ di visibilità.

Roma non è però nuova al problema della spazzatura: nel 20 a.C. fu stabilito per legge che i bottegai e i proprietari di case dovessero pulire la strada e i muri davanti alle porte dei loro locali.
Giovenale nel I secolo d.C. consigliava di fare testamento prima di uscire di notte perché “ti minacciano di morte tutte le finestre che si aprono”. Questa pessima abitudine era così difficile da far perdere ai Romani che nel II secolo Papiniano scriveva che occorreva pulire le strade per riportarle al loro reale livello liberandole dai cumuli d’immondizia che si erano nel tempo sovrapposti sul manto stradale.
Suggerirei di andare comunque a Roma e di fare attenzione a terra ma, a passeggio, di portare sempre “gli occhi verso l’alto”.

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Marco Bonora

Nato sul confine fra le province di Bologna e Ferrara, dove ancora vive e risiede . Si occupa di marketing e di progettazione nel settore Architettura per una industria vetraria, lavora in una multinazionale euroamericana. E’ laureato in Tecnologie dei beni culturali e in Scienze e tecnologie della comunicazione presso l`Università di Ferrara. Scrive articoli su riviste del settore e ha pubblicato due volumi tematici sul vetro contemporaneo innovativo e sul vetro artistico delle vetrate istoriate del `900 presenti nelle chiese del nostro territorio. Grande passione da sempre per i viaggi a corto e lungo raggio e il mare.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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