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da: organizzatori

La splendida e storica versione di Sir Kenneth MacMillan, su musiche di Sergej Prokof’ev, con la superba interpretazione di Sarah Lamb.
ROMEO E GIULIETTA, MARTEDI’ 22 SETTEMBRE 2015 ORE 20,15 IN DIRETTA dalla ROYAL OPERA HOUSE di LONDRA in 100 sale cinematografiche in tutta Italia distribuito da QMI.
Balletto in tre atti | Durata 3 ore (2 intervalli).

Romeo e Giulietta, la tragedia romantica di Shakespeare diventata un classico del balletto del XX secolo con la famosa coreografia di Kenneth MacMillan e le magnifiche partiture di Prokof’ev, apre la stagione live 2015/16 della Royal Opera House al Cinema, il cartellone cinematografico di Covent Garden distribuito in Italia da QMI.
L’allestimento ricco di colore ben rappresenta la spavaldo vita di strada della Verona del Cinquecento, tra duelli di spade, feste e celebrazioni.
Con la sua coreografia, però, MacMillan si concentra sulla complessità delle emozioni dei
giovani amanti, su Giulietta e sul suo percorso attraverso la felicità del primo amore e la scioccante, matura consapevolezza del proprio destino.
Giulietta è per le ballerine uno dei ruoli più ambiti di sempre ed è qui interpretata dall’etoile del Royal Ballet Sarah Lamb, una delle più grandi star della danza mondiale.
Insieme a Rupert Pennefather (Romeo), la Lamb darà vita ai pas de deux dell’opera, che contrassegnati dal rigore stilistico e dal dinamismo plastico delle linee, rappresentano la quinta essenza del balletto classico.
È il 50 ° anniversario della coreografia di MacMillan, la più amata e la più rappresentata negli Stati Uniti e in Inghilterra, ed essa continua a risuonare, profonda e innovativa, lasciando il pubblico rapito, oggi come al suo primo debutto. La moglie, lady MacMillan, ricorda: “Kenneth era un appassionato totale di cinema, passione che rende le sue produzioni estremamente funzionali al grande schermo. Quando creava le sue coreografie, cercava di anticipare dove si sarebbe diretto lo sguardo del pubblico nella scena successiva, con lo scopo di catturare l’immaginazione con il movimento.
E’ un innato senso di ciò che avrebbe funzionato in una macchina da presa che lo ha spesso guidato sul palco. Inoltre puntava molto a costruire personaggi reali con storie reali, e in un balletto come il Romeo e Giulietta l’emozione e la passione saranno ancora più forti nelle sale cinematografiche”.

Orchestra della Royal Opera House

Coreografia Kenneth MacMillan Scenografia Nicholas Georgiadis
Musica Sergej Prokof’ev Luci John B. Read

Costo biglietto: 10 -15 euro
Per l’elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte: http://www.rohalcinema.it
Le proiezioni nei cinema sono arricchite da interviste e filmati dietro le quinte dei protagonisti della Royal Opera House e l’interazione con gli spettatori è continua, grazie al live twitting sul grande schermo.
Media partner: Danza&Danza, Amadeus, Sipario, Il Corriere Musicale, Radio Classica, British Council, Al Femminile, Il Corriere della Sera

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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