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Da Lega Nord

Alan Fabbri, Daniele Marchetti (ln): «Desolante quadro dell’attenzione che la regione destina ai siti archeologici. Mentre il portale web di Romit indirizza su pagine dai contenuti osceni»

Bologna, 06-07-’17.
«Con la cultura si può dare lustro al territorio e creare un servizio efficiente per il turismo. Basterebbe soltanto maggiore attenzione per i siti archeologici disseminati sul territorio emiliano-romagnolo, senza contare quelli web dedicati….» A dirlo sono il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, ed il consigliere Ln, Daniele Marchetti. Dopo che il Carroccio ha depositato due interrogazioni, riguardanti il progetto Romit (Roman Itineraris) e il sito di Claterna, ad Ozzano. Quasi completamente dimenticato, quest’ultimo, mentre digitando “Romit” sul portale della Regione si schiude un ambiente virtuale “imprevisto” e che con l’archeologia sembra avere poco a che fare. «E’ evidente che i link non più aggiornati per la pagina di Romit.org creano qualche dubbio sulla cura riservata all’archeologia – affermano i due consiglieri Ln – dal momento che dal portale si finisce con l’essere rimandati ad una serie di siti Internet, tra i quali uno per gli incontri gay (Boy friend tv).» La realizzazione di un itinerario culturale dei siti romani e la costruzione di un website graficamente basato sulla “Tabula Peutingeriana”, copia medievale di una preziosa mappa stradale romana risalente al IV sec. d.C., dovevano invece costituire gli obiettivi fondamentali per arrivare al progetto Romit. «Il cui punto di forza doveva essere l’internazionalizzazione e anche la pubblicazione di un catalogo di siti – dicono Fabbri e Marchetti -. Peccato che la trascuratezza del portale web abbia determinato una serie di problemi. La Giunta – concludono dal Carroccio – continua (a parole) a ritenere strategico il turismo del territorio, ma purtroppo non vediamo un’attenzione pari ai proclami nelle azioni messe in campo dall’Istituto dei Beni culturali della Regione ER.» L’ultimo esempio arriva da Ozzano nell’Emilia, dove in località Maggio si trova l’antica città romana sepolta di Claterna, «unico centro sulla via Emilia a livello regionale a non aver avuto continuità abitativa: nel sito si trovano i resti del foro, edifici pubblici e religiosi e il teatro. Una località archeologica – concludono gli esponenti leghisti – unica nel suo genere. Ci chiediamo se l’Istituto per i Beni culturali abbia mai riposto la giusta attenzione per valorizzarla e promuoverla come merita. La sensazione è che la Regione parli di cultura e turismo solo come uno spot, dedicando forse più attenzione alle storie della Resistenza, piuttosto che ai siti romani.»
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Il sottoscritto
Consigliere del Gruppo Lega Nord
Premesso che:
– Romit (Roman Itineraries) è un progetto interregionale, avviato e cofinanziato dall’Unione Europea,che punta a costruire pacchetti turistici culturali sulle antiche rotte dell’impero, itinerari all’insegna della sostenibilità economica per le realtà locali;
– La realizzazione di un itinerario culturale dei siti romani e la costruzione di un website graficamente basato sulla Tabula Peutingeriana, copia medievale di una preziosa mappa stradale romana risalente al IV sec. d.C (CodexVindobonensis 324- Biblioteca Nazionale di Vienna) hanno costituito gli obiettivi fondamentali del progetto Romit – Roman Itineraries realizzato nell’ambito del programma di iniziativa comunitaria Interreg III B;
– Con il suddetto progetto, si sono gettate le basi per la creazione un osservatorio europeo sugli aspetti concernenti la gestione e il marketing delle aree e dei monumenti archeologici e il turismo orientato alla fruizione del patrimonio culturale, di impostare e implementare una serie di banche-dati in linea (transnazionali e plurilingui) basate sull’inventario, la selezione, l’aggregazione delle informazioni e della documentazione relative alle testimonianze di origine romana, incluse quelle poco o per nulla conosciute;

Considerato che:

– L’Istituto per i Beni Culturali ha coordinato e realizzato in collaborazione con Baviera (D) e Achaia (GR), l’inventario dei centri di origine romana nelle regioni coinvolte dal progetto ed ha curato la pubblicazione di un catalogo dei siti che, insieme al website, rimane come strumento permanente a disposizione di chiunque voglia valorizzare sotto qualsiasi forma la più antica delle identità dell’Europa;

Rilevato che:
– proprio il sito internet (www.romit.org), che dovrebbe essere uno strumento permanente a disposizione di chiunque, in realtà rimanda ad un altro portale web con cui vengono indicati una serie di siti internet tra cui uno dedicato agli incontri gay (Boy friend tv);

Interroga la Giunta Regionale per sapere:

– se l’Istituto dei Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, tra i partner di questo progetto, è al corrente di quanto sopra espresso.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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