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da: ufficio stampa Aragorn

Sabato in Piazza Magnani speakers’ corner con produttori bio, mostra di fumetti, cinema e musica

Sabato 10 ottobre approderà a Bologna il Grand Tour di Expo dei Popoli, road show che nel mese di ottobre attraverserà tutta la Penisola a bordo di due coloratissimi pulmini T2: otto tappe, da Nord a Sud, per dar voce ai popoli contadini italiani e del mondo.
L’evento si svolgerà dalle 14.30 alle 18.30 in Piazzetta Magnani, nei cortili del Cinema Lumière, in concomitanza e collaborazione con il Terra di Tutti Film Festival (la manifestazione si terrà anche in caso di pioggia).
In piazza verrà allestito uno speakers’ corner, dove contadini, allevatori e piccoli produttori biologici del Distretto di Economia Solidale Ecosol di Bologna porteranno la propria testimonianza, illustrando al pubblico esperienze innovative in campo agricolo, di promozione e distribuzione.
Accanto a questi ambasciatori di “buone pratiche” locali, sarà possibile ascoltare il contributo di alcuni ospiti internazionali della rete di Slow Food – Terra Madre Giovani. Contadini under 40, che racconteranno la loro sfida quotidiana per preservare il gusto e la biodiversità del cibo nel mondo.
Sul palco dello speakers’ corner salirà anche Jolynn Minnaar, giovane regista sudafricana autrice di Unearthed, documentario indipendente che approfondisce il controverso argomento dell’estrazione dei gas dal sottosuolo attraverso il metodo del fracking (fatturazione idraulica) – tecnica che consiste nell’iniezione ad alta pressione di getti di acqua mista a sabbia e altri prodotti chimici inquinanti e cancerogeni per provocare l’emersione del gas – e le ripercussioni inquinanti che questo provoca nei territori in cui è applicato, soprattutto sulle falde acquifere.
Durante il pomeriggio, inoltre, sarà possibile visitare la mostra di fumetti e infografiche di BeccoGiallo, casa editrice specializzata nella produzione di fumetti d’impegno civile, e Cartografare il presente, centro di ricerca e documentazione sulle trasformazioni del mondo contemporaneo del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. Un’esposizione di 30 pannelli nata per raccontare attraverso un linguaggio semplice e immediato il Manifesto finale di Expo dei Popoli, elaborato lo scorso giugno a Milano in occasione del primo forum internazionale dei movimenti contadini e della società civile. Sono 10 strategie per combattere le concentrazioni di potere nella filiera agro-alimentare e difendere i diritti umani, la biodiversità e i limiti del pianeta.
Il Grand Tour di Expo dei Popoli sarà un evento ad alto tasso multimediale: tutte le tappe, infatti saranno filmate, anche da un drone, e riproposte con aggiornamenti quotidiani sui siti www.expodeipopoli.it e www.grandtour.expodeipopoli.it.
Cos’è Expo Dei Popoli:
Expo dei Popoli è una rete composta da 52 ONG e movimenti contadini di tutto il mondo, che si è costituita in occasione dell’Esposizione Universale di Milano per affermare i principi della Sovranità Alimentare e della Giustizia Ambientale. Expo dei Popoli si è impegnata a colmare i vuoti dell’Expo ufficiale organizzando una serie di iniziative, culminate in un Forum internazionale svoltosi a Milano fra il 3 e il 5 giugno 2015, affinché potessero fare sentire la loro voce i grandi esclusi: coltivatori, pescatori e allevatori di piccola scala.
I 180 partecipanti al Forum, appartenenti a 14 reti provenienti da oltre 50 Paesi del mondo, hanno così prodotto un Manifesto che illustra le 10 grandi strategie di cambiamento già messe in campo da ONG e movimenti sociali per riuscire a in modo realmente sostenibile.
Cosa rappresenta:
I popoli e le comunità a cui dà voce Expo dei Popoli sono quelli che subiscono una profonda disuguaglianza nell’accesso, nella gestione e nel controllo delle proprie risorse naturali (terra, acqua, foreste e fonti energetiche) a causa dell’attuale accumulazione di capitale naturale e delle concentrazioni di potere lungo la filiera agro-alimentare globale. Una situazione che attualmente vede soltanto 7 multinazionali controllare il 70 per cento del mercato dei semi, 10 imprese dividersi il mercato delle forniture di pesticidi e solo 4 traders commercializzare il 75 per cento dei cereali, del cacao e della soia. A scapito della libertà di scelta, della diversificazione delle culture alimentari, degli stessi produttori e, non ultima, della sostenibilità ambientale.
Gli obiettivi:
Nell’anno in cui le Nazioni Unite stanno definendo i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e un nuovo Accordo Globale contro il Cambiamento Climatico, Expo dei Popoli vuole cogliere l’opportunità del tema posto da Expo 2015 per affiancare le voci dei popoli a quelle dei governi e delle imprese transnazionali. Lo scopo principale è proporre visioni e soluzioni alternative per far fronte ai problemi globali di accesso al cibo e alle risorse, mettendo a fuoco gli obiettivi imprescindibili di sostenibilità, compatibilità ambientale e lotta contro la povertà. L’intento è di riuscire a influenzare le scelte di chi governa, per combattere l’iniquità e trasformare i sistemi agroalimentari globali da fonte di profitto per pochi a fonte primaria di diritti per tutti.
I soci del comitato per L’Expo Dei Popoli:
ACLI, Acra-CCS, Action Aid, Agices, AIAB Lombardia, AIIG- Associazione Italiana Insegnanti di Geografia – sez. Lombardia, Ai.Bi., AMREF Health Africa, Apilombardia, Associazione Arcobaleno, ARCI, ARCS, CHICO MENDES, COE, CoLomba, Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua onlus, Cooperativa Cambiamo, Cooperativa Famiglie Lavoratori, Coordinamento Soci Lombardia – Consorzio CTM Altromercato, COSPE, DEAFAL, DESR Brianza, DESR Martesana, Focuspuller, Fondazione Aiutare i Bambini, Fratelli dell’Uomo, GVC, HUMANA People to People Italia, Human Rights Nights, IBVA, WE WORLD, IPSIA nazionale, ISCOS, Istituto OIKOS, L’Africa Chiama, LEGAMBIENTE, MANI TESE, NEXUS Emilia Romagna, Nutrire il Pianeta è Nutrire la Pace – Rete territoriale Cremona, OXFAM ITALIA, PAX CHRISTI, PARSEC, PIME, Progetto AXÈ, SLOW FOOD, SOLETERRE, Tavolo RES, Terre di Mezzo, UNAAPI, VIS, WWF
Le reti internazionali che hanno animato L’Expo Dei Popoli:
Rete delle Comunità del Cibo di Terra Madre, Global Call to Action Against Poverty (GCAP), La Via Campesina, IPC – International Planning Commitee on Food Sov, Nyeleni Europe, World Fair Trade Organization, Urgenci (the international network of community supported agriculture), RIPESS – Reseau Intercontinental de Promotion de l’Economie Sociale Solidaire, Climate Action Network, La Red Vida – Vigilancia Interamericana para la Defensa y Derecho al Agua, Food Smart Cities for Development, Hungry for Rights, Our World is Not For Sale, European Coordination Via Campesina

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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