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da: Pro Loco Pontelagoscuro

Presentazione del “Terzo Catalogo della raccolta d’arte del Centro Civico di Pontelagoscuro” in programma sabato 12 dicembre 2015 alle ore 17 presso la Sala Nemesio Orsatti di via Risorgimento 4 a Pontelagoscuro.

Questo catalogo, realizzato dalla Pro Loco di Pontelagoscuro con la preziosa e partecipe collaborazione del personale della delegazione comunale di Pontelagoscuro e la curatela di Lucio Scardino, chiude un ciclo avviato nel 2000 su impulso dell’allora presidente della Circoscrizione Nord Loredano Ferrari e contiene il compendio delle opere donate al Comune di Ferrara dagli artisti che hanno esposto presso la Sala Nemesio Orsatti nel periodo 2004 – 2014.
Un grande lavoro portato a compimento grazie alla passione dei volontari della Pro Loco, che hanno dedicato tempo e professionalità in forma del tutto gratuita per contribuire alla diffusione della cultura e dell’arte nel nostro paese.
Alla presentazione del volume, alle 17 di sabato 12 dicembre, saranno presenti l’Assessore al Decentramento del Comune di Ferrara, Simone Merli, il curatore artistico Lucio Scardino, il Segretario della Pro Loco Augusto D’Ascanio, che ha censito le opere riprodotte nel catalogo e il Presidente della Pro Loco Giovanni Pecorari.
Di seguito gli interventi di Giovanni Pecorari, Massimo Maisto e Lucio Scardino.
Giovanni Pecorari – L’idea di realizzare il terzo catalogo delle opere esposte alla Sala Nemesio Orsatti è sbocciata durante una chiacchierata intercorsa con Lucio Scardino in un pomeriggio feriale di dicembre 2014 passeggiando in Viale Savonuzzi diretti all’Enry’s bar per sorseggiare un buon caffè e impostare il “lay-out” della bellissima mostra “Sebastiano Tra sacro e profano – 26 artisti per il mito del santo con le frecce”, poi esposta alla Sala Orsatti nel marzo 2015.
Fu Scardino a insistere perchè l’opera di catalogazione del ricchissimo patrimonio artistico donato alla cittadinanza, meritoriamente avviata nel 2000 dall’allora Presidente della Circoscrizione Loredano Ferrari, poi proseguita con il secondo volume edito nel 2004, si potesse concludere con il terzo catalogo che abbracciasse gli anni successivi alla temporanea chiusura della Sala Orsatti verificatasi tra il 2004 e il 2005 per consentire lavori di ristrutturazione allo stabile del Centro Civico.
Il periodo di riferimento alle mostre allestite presso la Sala Orsatti, in seguito alle quali gli artisti hanno donato le opere alla Circoscrizione compendiate dal terzo catalogo, è compreso tra il 2004, in coda al secondo catalogo, e il 2014, anno nel quale la Circoscrizione è definitivamente scomparsa dal quadro istituzionale, prima vittima della “spending review”, decretando la fine della proficua esperienza di democrazia partecipata e popolare iniziata alla fine degli anni ’70 nota come decentramento. La scomparsa della Circocrizione ha causato anche lo scioglimento della commissione costituita per predisporre il calendario delle esposizioni e selezionare gli artisti, presieduta, nel periodo di riferimento del presente terzo catalogo, dal noto incisore pittore Vito Tumiati.
Grazie al lavoro di Tumiati e della commissione, la Sala Nemesio Orsatti ha rimarcato negli ultimi anni la funzione di luogo di arte fondamentale per il territorio di Pontelagoscuro, offrendo alla cittadinanza molteplici occasioni di arricchimento culturale ed agli artisti locali e foranei l’opportunità per far conoscere le proprie realizzazioni.
Per la Pro Loco la realizzazione del terzo catalogo delle opere donate alla Circoscrizione costituisce motivo di orgoglio e adempimento alle finalità statutarie di promozione della cultura, oltre a rappresentare l’esempio di come la passione e la competenza dei soci della stessa Pro Loco, espressi nella totale gratuità, possano generare risultati di così grande valore per la cittadinanza ed il territorio di appartenenza.
Massimo Maisto – Il presente catalogo, terza ed ultima tappa del percorso di documentazione degli artisti che hanno esposto alla Sala Orsatti di Pontelagoscuro negli anni di fertile e proficua attività di tale spazio galleristico, mostra come progettualità culturali solo in apparenza piccole e marginali si inseriscano invece, a pieno titolo, in un organico disegno di programmazione culturale dell’intero territorio.
Il periodo documentato in questa pubblicazione è compreso fra il 2004 ed il 2014. Novanta riproduzioni sono ospitate fra le sue pagine, in un regesto che, considerando anche le due precedenti campionature del 2000 e del 2004, porta ad oltre duecentocinquanta il totale delle opere catalogate e restituite allo sguardo ed alla memoria dei cittadini ferraresi – e non solo – a testimonianza dell’intenso e febbrile lavoro di promozione e scoperta dell’arte contemporanea attuato per quasi due decenni dalla Circoscrizione V. Si tratta di numeri che vanno ben al di là del puro e semplice stupore “quantitativo”, perché evidenziano preziose complessità ed intrecci: complessità ed intrecci di esperienze artistiche, prima di tutto, fra tecniche e approcci diversi, e codici espressivi di varia natura ed influenza; complessità di temi, di confluenze dell’immaginario, dove il luogo espositivo – ed il territorio di Pontelagoscuro che lo ricomprende – diviene una sorgente epifanica di suggestioni storiche, artistiche e letterarie, fra figure del passato, della Commedia dell’Arte e della mitologia; infine, complessità ed intrecci della storia dell’arte, che in questo percorso espositivo mostra i suoi riverberi, certo in un contesto minore, da un osservatorio periferico, ma forse, proprio per questo, di più elevato interesse antropologico e sociologico.
Per tali motivi, questo catalogo rappresenta uno strumento prezioso che ravviva le tracce dell’operare di una comunità, trasmette la memoria di un’importante esperienza culturale e – principalmente – mostra come la natura del nostro territorio, che trova nel fiume Po la sua cifra unificante e distintiva, rappresenti ancora oggi la chiave di volta per definire i caratteri salienti della città di Ferrara e, nello specifico, della sua progettualità culturale: un fiume, in una pianura apparente immobile, che fa affluire da fuori inestimabili contributi culturali e che trasmette, nel contempo, all’esterno le variegate iniziative qui allestite ormai da lungo tempo, nello scambio ed intreccio continuo fra sfera locale e sfera globale.
Lucio Scardino – Una recentissima mostra curata dalla Pro Loco di Pontelagoscuro presso la Sala Orsatti, in occasione dell’ultima Fiera di S. Teresa, ha esposto il modellino di una splendida Peota, ossia una grandiosa barca ormeggiata per alcuni giorni nel porto fluviale nel lontano giugno 1731. Vi erano ospitati i nobili Savoia diretti a Torino e presentava in poppa e sulla prua splendidi gruppi plastici, con l’immancabile immagine di Fetonte, ossia il Po padre-padrone, legato alla sua mitica nascita. Ebbene, ci piace immaginare che quella Peota abbia continuato a portare a Ponte tanti artisti, più o meno nobili, diretti nella Sala Orsatti., non più giunti per via fluviale, ma con macchine e treni:. In questo catalogo (il terzo e ultimo) delle opere d’arte conservate presso il Centro Civico e altre sedi grazie all’attività dell’ormai defunta V Circoscrizione compaiono difatti opere di artisti ferraresi, veneti, romagnoli, bolognesi, modenesi, lombardi, piemontesi , trentini, marchigiani, romani, abruzzesi, pugliesi, calabresi, sardi. Circa 90 autori, spalmati in un decennio, tra il 2004 e il 2014, espositori nella sala Orsatti o nella biblioteca “Giorgio Bassani”, lasciando una tangibile prova del loro passaggio tra il Barco e Pontelagoscuro, facendo seguito alle orme dei loro colleghi presenti nel primo catalogo (2000) e nel secondo (2004).
Questo catalogo è stato curato congiuntamente dalla Pro Loco di Pontelagoscuro e dal Comune di Ferrara, proprietario dell’intera raccolta e costituisce l’ultimo episodio del legame fra l’arte figurativa e i luoghi attorno al grande fiume, che già nel XVI secolo aveva visto la costruzione dell’estense Palazzo dell’Isola (all’incirca dietro all’odierno negozio della “Semeraro”), decorato da pittori quali Bastianino e Dielaì, oltre che da notevoli artigiani nordici e descritto da un famoso artista e letterato quale l’urbinate Federico Zuccari. Il mito di Pontelagoscuro dovette resistere nell’immaginario “colto”: basti pensare ad un paio di episodi, sin qui non rilevati. Il grande Stendhal nel suo romanzo-capolavoro “La Certosa di Parma” fa approdare il suo protagonista Fabrizio Del Dongo, ferito e gravemente malato, con una imbarcazione proprio in un bosco di ontani a Pontelagoscuro (venendo quindi medicato a Ferrara, da un cerusico nel Ghetto ebraico) e nel 1815 il pittore toscano Niccola Monti con alcuni amici decide di andare a visitare il Po proprio a Pontelagoscuro, fiume romanticamente “ingrossato”, stanco ormai delle vestigie e dei monumenti della città estense, in un percorso all’incontrario di quello compiuto dall’eroe stendhaliano.
La raccolta qui pubblicata comprende una novantina di opere, realizzate in varie tecniche, dalla pittura ad olio all’ebanisteria, dalla fotografia al vetro decorato, dal mosaico all’acquaforte (in genere con soggetti paesaggistici) . Il tema della veduta risulta infatti quello prediletto dagli artefici qui transitati: immagini di Ferrara ma altresì di Pontelagoscuro oppure del Po e delle Valli, sormontate da aironi o con le acque in piena (che sommergono anche gli antichi ponti di barche) . Non mancano poi i generi della natura morta (fiori o frutta), della ritrattistica oppure quello a tematica sacra (sono rappresentati San Sebastiano, S. Paolo, S. Michele Arcangelo). Talora compaiono immagini di animali, soggetti carnevaleschi (con un focus sulla maschera celeberrima di Arlecchino) o mitologici: spicca in questo caso la succitata figura di Fetonte che cade dal carro del Sole per precipitare sul letto del fiume Po che da lui deriva, secondo la famosa leggenda greco-romana.
Gli stilemi sono variegati (come è giusto che sia) e dissimile appare il livello artistico delle opere qui repertoriate, alcune delle quali eseguite oltretutto da artefici scomparsi negli ultimissimi anni. In ogni caso, la raccolta di Pontelagoscuro (con le oltre 250 opere complessive) costituisce un interessante “spaccato” (anche in senso antropologico) delle tendenze che hanno attraversato l’arte italiana nell’ultimo secolo, sia da parte di professionisti che di volenterosi “dilettanti”, assieme ai murales che impreziosiscono il Centro Civico, la casa parrocchiale, la scuola, il teatro “Cortazar”, soprattutto eseguiti dai frescanti argentini Omar Gasparini e Ana Serralta. Un particolare delle loro ornamentazioni pontesane arricchisce la copertina di questo terzo catalogo, realizzato soprattutto grazie all’impegno della “Pro Loco”, che continua ad organizzare intelligenti mostre presso la Sala Orsatti anche dopo la soppressione delle circoscrizioni. Comunali, come è avvenuto quest’anno con la rassegna su “Sebastiano tra sacro e profano” e l’esposizione sul canal Panfilio che giungeva al porto fluviale, dove nel 1731 attraccò la splendida Peota alla quale si faceva cenno all’inizio di questo testo di presentazione.

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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