Skip to main content

da: organizzatori

Conferenza alla Sala della Musica (Ferrara, via Boccaleone 19).

A Ferrara vi sono e vi sono attualmente state molte testimonianze di donne massone. L’incontro pubblico di Sabato 12 Marzo (ore 16) rivelerà la storia ed i segreti dell’Iniziazione Femminile. Ed indagherà anche i motivi che ancora precludono alle donne l’ingresso nelle Logge della massoneria regolare che rimane essenzialmente maschile.
La giornata di studi ferrarese consentirà anche un raro confronto diretto fra rappresentanti al vertice della massoneria maschile e femminile italiana.
In prospettiva potrebbe sorgere nella nostra città una nuova loggia femminile.

Le Costituzioni originali della massoneria, dettate in Inghilterra nel XVIII secolo, parlano chiaro: le donne sono escluse dalle logge. Nonostante ciò una massoneria femminile esiste, praticamente da sempre, e ci sono state donne che hanno dato contributi fondamentali alle lotte della stessa massoneria maschile per l’affermazione dei principi fondamentali di Libertà ed Uguaglianza.

E’ quest’altra metà della massoneria italiana, sono queste donne ispiratrici, che verranno illustrate nel corso della conferenza pubblica (ad ingresso libero) che si terrà a Ferrara Sabato 12 Marzo presso la Sala della Musica (ex complesso di San Paolo) alle ore 16.00, in via Boccaleone 19.
Titolo dell’incontro: “Iniziazione Femminile: Miti, Storia, Pensiero”.
I lavori saranno introdotti da Stefania Pavan, responsabile del Centro Studi sulla Massoneria, e da Stefano Mandrioli, del Centro Studi Ferraresi. Sono previste due relazioni tenuta da Ambra Galla (“Donne: Dee e Mortali”) del Centro Studi sulla Massoneria, e Andrea Musi (“Un’Esclusione in Guanti Bianchi”) dell’Associazione Giordano Bruno di Ferrara.

Il culmine dell’iniziativa è riservato alle autorevoli conclusioni dei lavori affidate alla Grande Oratrice della Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia, Gabriella Bagnolesi, ed al Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, Claudio Bonvecchio.

Quello di Ferrara sarà decisamente un momento molto particolare: raramente, infatti, massoneria maschile e massoneria femminile si sono incontrate e confrontate a questo livello in Italia.

Nella nostra città sono esistite ed esistono tuttora importanti testimonianze della massoneria al femminile.

Nel periodo post-unitario vi fu una loggia femminile intitolata ad “Anita Garibaldi”, e non è escluso che l’attuale Gran Loggia Massonica Femminile voglia tentare nel prossimo futuro di innalzare le colonne di una nuova loggia simile nello stesso “Oriente” di Ferrara. Mentre è attivo da tempo in città un numeroso Capitolo dell’Ordine della Stella d’Oriente (ordine paramassonico che ammette donne, purchè madri, mogli o figlie di massoni maschi).

La conferenza di Ferrara si propone essenzialmente due cose: da un lato ribadire il valore e la storia spesso misconosciuta, se non addirittura negata, dell’Iniziazione Femminile; dall’altro lato sottoporre ad analisi e verifica il senso “esoterico” e “filosofico” dell’antico veto alle donne da parte della massoneria regolare. Un veto che oggi appare quanto meno anti-storico.

Certo anche all’interno della Massoneria tradizionale non sono mancati uomini che si sono apertamente pronunciati per il superamento di questo ostracismo, ma nemmeno il carisma di un personaggio come Giuseppe Garibaldi fu sufficiente. Ci provò, da Gran Maestro, con un apposito decreto del 1864, ma alla fine anche il “Generalissimo” dovette arrendersi all’imperante ortodossia della maggioranza dei massoni italiani. La battaglia fu persa del tutto quindici anni dopo, quanto si compì l’unificazione degli “Orienti” in cui era ancora divisa la massoneria italiana, retaggio dei vari stati in cui era divisa l’Italia nel periodo pre-risorgimentale, ed ebbe luogo la Costituente del nuovo “Grande Oriente d’Italia” (1879). Per giungere a questo risultato dovettero ovviamente essere superati molti particolarismi, ed anche molti personalismi, e per ridurre quanto più possibile i motivi che avrebbero potuto generare divisioni, il primo tema ad essere sacrificato ed accantonato fu quello dell’introduzione delle donne in Massoneria. Una rimozione del problema che dura ancora oggi.

Alle donne, che pure avevano dato via nel frattempo a varie forme di proprie aggregazioni massoniche, tratte dal retaggio storico della Massoneria d’Adozione, delle Mopse, e delle Giardiniere (il corrispettivo femminile dei Carbonari risorgimentali), non restò che smaltire la grande delusione senza perdersi d’animo, e trovare “da sole” altri sbocchi.
Un compito che vide all’opera grandi donne come le sorelle Caracciolo, l’emancipazionista Anna Maria Mozzoni, e tanti altri nomi che saranno rivelati nel corso della conferenza.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it