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Con l’introduzione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi si aprirà il seminario L’organizzazione reale della Ricerca e Sviluppo e la formazione dei novizi: Pino Foschi al CER-MONTELL, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara, sabato 14 maggio, dalle ore 10 alle 13. Nell’ambito dell’incontro verrà presentato il libro PER PINO, OLTRE L’ORIZZONTE – 70 anni di lotte, innovazioni, comunità di pratiche e tanta amicizia, per ricordare la scomparsa di Pino Foschi, avvenuta un anno fa, ma anche i 50 anni di attività del CDS – Centro Ricerche Documentazione e Studi Economico Sociali, inizialmente Centro di Documentazione Sindacale, che prese vita nel 1972 all’interno del Consiglio di Fabbrica della Montedison.

Il seminario verrà introdotto da Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione e dagli interventi di Massimiliano Mazzanti, Direttore del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, Angela Travagli, Assessora al Personale, Lavoro, Attività Produttive, Patrimonio, Fiere e Mercati del Comune di Ferrara e Cinzia Bracci, Presidente di CDS Cultura OdV.

Seguirà la relazione di Federico Butera, sociologo, studioso di organizzazione e architetto di organizzazioni complesse, dal 1988 al 2013 docente di Sociologia dell’Organizzazione (prima all’Università di Roma Sapienza e poi a Milano Bicocca, di cui oggi è Professore Emerito) e fondatore del Corso di Laurea in Scienze dell’Organizzazione presso l’Università di Milano Bicocca.

Presidente e fondatore della Fondazione IRSO – Istituto di Ricerca e Intervento sui Sistemi Organizzativi, inizia lavorando come operaio alla Olivetti, ma in breve ne diviene capo dell’Ufficio Ricerca e Selezione Laureati. Lascia Olivetti nel 1973. Elemento centrale della attività di ricerca di Butera è il percorso di allontanamento dal taylor-fordismo in Italia e la ricerca-intervento sull’organizzazione che, dal 1970, si sviluppò in Italia soprattutto attraverso due percorsi: da una parte la nascita della sociologia dell’organizzazione e della ricerca-intervento in Olivetti e dall’altra la nascita e lo sviluppo dell’Istituto di Ricerca Intervento sui Sistemi Organizzativi. Il tutto attraverso progetti, ricerche, pubblicazione di libri e articoli, insegnamento a giovani, quadri e dirigenti delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni.

Nel 1998 diviene direttore di Studi Organizzativi, una rivista scientifica interdisciplinare che pubblica studi di casi, ricerche empiriche, saggi che hanno per oggetto la nascita, la gestione, la crisi, il cambiamento delle organizzazioni complesse (imprese grandi, medie e piccole), delle reti di imprese, dei sistemi di economia regionale, delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, delle organizzazioni no-profit. In Studi Organizzativi vengono effettuati studi critici su esempi positivi di nuove forme di organizzazione e metodologie di progettazione e gestione del cambiamento organizzativo, promuovendo inoltre programmi di ricerca e di diffusione dell’innovazione organizzativa.

La mattinata proseguirà con gli interventi di Maurizio Biolcati Rinaldi, docente Dipartimento di Ingegneria, Università di Ferrara, Pier Giovanni Bresciani, psicologo del lavoro, Università di Urbino, Luca Fiorini, Delegato sindacale LyondellBasell, Andrea Gandini, direttore Annuario Socio-Economico Ferrarese e socio CDS Cultura OdV, Giovanni Masino, Docente Dipartimento Economia e Management all’Università di Ferrara, Salvatore Mazzullo, Primo Direttore del Centro Ricerche Ambientali di Ravenna, già Dirigente di LyondellBasell, Gaetano Sateriale, già Sindaco di Ferrara, sindacalista, presidente dell’Associazione Nuove Ri-Generazioni, Paolo Vita Finzi Zalman, ingegnere presso LyondellBasell.

Il libro Per Pino, Oltre l’Orizzonte curato da Andrea Gandini e Bruno Zannoni, socio CDS Cultura OdV, narra 70 anni di lotte, innovazioni e pratiche di comunità in una grande fabbrica che è stata all’avanguardia in Italia (e in Europa) sui cambiamenti organizzativi, dei modi di lavoro e nelle innovazioni dei prodotti e dei processi tecnologici. Nel volume vengono ricordate le grandi doti umane e le qualità professionali e sociali di Pino Foschi. I lettori, in particolare i giovani e gli studenti potranno farsi un’idea di un mondo passato ma che è parte della nostra storia più recente, e prendere coscienza degli sforzi fino ad oggi compiuti per arrivare fin qui, oltre a trovare spunti e idee, del tutto attuali, per migliorare la società e renderla davvero più fraterna, uguale e libera.

Patrizio Bianchi scrive, nelle pagine di presentazione del libro, che Pino Foschi è stato per tutti noi un Maestro. Un Maestro, da cui imparavi, cioè apprendevi e facevi tuo, ad ogni parola, ad ogni tratto di penna, ad ogni pausa, un maestro esigente che ti richiedeva ogni volta di guardare oltre l’orizzonte dei tuoi pensieri, ben oltre quella linea in apparenza irraggiungibile del tuo sapere, che invece altro non era che il limite autoimposto della tua esperienza passata. Poi, più avanti, raccontandone sinteticamente l’esperienza lavorativa, scrive che Pino, dopo essere stato ai vertici della Federchimici, fu l’animatore dell’Unione regionale della CISL dell’Emilia-Romagna ed anche in quell’esperienza fu forza trainante di una visione profondamente innovatrice dell’azione sindacale, sempre capace di trovare la più avanzata relazione fra territorio, produzione e innovazione. Di questo sforzo di innovazione sociale fu dapprima testimone poi agente il CDS, luogo vero di ricerca sociale e politica. Le pubblicazioni del CDS divennero rapidamente materiali di studio sull’organizzazione della produzione e sugli impatti sociali delle trasformazioni produttive. E conclude con l’immagine del lungo filo che si svolge in oltre cinquanta anni, ma che ha sempre avuto come riferimento la continua tensione fra innovazione e educazione, il bisogno non solo di esplorare spazi nuovi, oltre l’orizzonte conosciuto, ma nel contempo di dare ad altri gli strumenti per cercare i propri spazi, per superare il proprio orizzonte.

Per quanto riguarda la storia del CDS, nel libro viene riportato un documento autografo di Pino Foschi del settembre 1977, nel quale si avanza la proposta di portare il Centro di Documentazione, fondato nel 1972, ad un modello organizzativo più strutturato e allargato a tutto il mondo del lavoro. La proposta è di trasformarlo da soggetto sostenuto sostanzialmente dai chimici in particolare del Petrolchimico in un organo a sostegno di tutte le categorie e le strutture del sindacato confederale, con la conferma della visione unitaria che si sta affermando sulla base maturata nelle fabbriche e non solo.

Dopo qualche anno CDS modifica la sua struttura organizzativa, acquisendo una piena autonomia gestionale, e trasformando la lettera “S” dell’acronimo che passerà da “sindacale” a “studi” e diventando poi, nel 1980, cooperativa con personale professionale e con un allargamento ulteriore dell’area delle collaborazioni. Dopo un trentennio di intensa attività che ha visto una continuità non comune a realtà simili, nel 2019 avviene il passaggio ad Associazione di Volontariato, CDS OdV, con un ampliamento delle aree di interesse e degli strumenti di comunicazione, alla luce dei temi nel frattempo emergenti come ambiente, parità di genere, arte, sociale, ecc., ma mantenendo obiettivi e stessa immutata autonomia e libertà di espressione del Centro di Documentazione Sindacale delle origini. E continuando a pubblicare l’Annuario Socio Economico Ferrarese.

Gian Gaetano Pinnavaia, direttivo CDS

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Gian Gaetano Pinnavaia

Ho lavorato come ricercatore presso l’Alma Mater Università di Bologna nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari fino al novembre 2015. Da allora svolgo attività didattica come Docente a Contratto. Ferrarese di nascita ma di origini siciliane. Ambientalista e pacifista fin dagli anni degli studi universitari sono stato attivo in Legambiente e successivamente all’interno di Rete Lilliput di Ferrara fin verso il 2010. Attualmente faccio parte della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. Sono socio dell’Associazione culturale Cds OdV – Centro ricerca Documentazione e Studi economico-sociali, del cui direttivo faccio parte e collaboro da anni all’Annuario socio-economico ferrarese. Nel 1990 sono stato eletto con la lista “Verdi Sole che ride” nel Consiglio Comunale di Ferrara fino al 1995; in seguito, dal 1999 al 2004 consigliere della Circoscrizione Nord per la lista “Verdi”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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