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da: ufficio stampa Ibs Libraccio Eventi Ferrara

Sabato 19 marzo ore 18:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino, Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Daniela Rossi e
Alessandro Coppola presentano il libro “Battito d’ali” (Orto della Cultura). Dialoga con gli autori la Psicoanalista Chiara Baratelli.

Battito d’ali è una riflessione sull’essenza più filosofica del coming out: l’arte della rivelazione.unnamed (2)
Quando, dove, con chi? Quali sono le parole più adatte per dirlo? Sono tutte domande che rendono impegnativi gli “svelamenti” di tanti ragazze e ragazzi che da soli cercano il coraggio, il modo, il tempo per “aprire il cassetto dei segreti”. Un gioco di attacchi e ritirate, un tiro alla fune tra figli e genitori da cui spesso è difficile lasciarne la presa.
Crediamo che la narrazione sia uno strumento utile per affrontare tematiche difficili e che
la storia raccontata attraverso testi e immagini riesca ad accorciare le distanze generazionali.
Battito d’ali è un albo illustrato che si propone come un delicato e poetico “svelamento”, in esso immagini e testo danzano felici verso un futuro di libertà, consapevolezza e amore.
Le persone che combattono con i fantasmi delle aspettative dei genitori o con i modelli che
vogliono la donna in attesa del “Principe Azzurro” e l’uomo alla ricerca di una “Bella Addormentata”, per avviarsi poi trionfanti verso il ‘vissero tutti felici e contenti’, troveranno in Battito d’ali un inno alla fiera consapevolezza di sé, un canto all’autenticità dei sentimenti.
Uno sguardo discreto sulle emozioni più profonde.

Daniela Rossi, laureatasi a Venezia in Storia dell’arte contemporanea, ha poi intrapreso la carriera professionale nell’ambito della pubblicità e della comunicazione visiva, specializzandosi nella redazione di testi. Studiosa di teorie, tecniche e linguaggi dei media ha insegnato per un decennio “Storia della grafica e della grafica pubblicitaria” presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, approfondendo ricerche sul tema della comunicazione pubblicitaria di genere e degli stereotipi, intervenendo in numerosi convegni, conferenze e seminari. Progetta e realizza moduli didattici e formativi nelle discipline della comunicazione e delle arti visive, collaborando con Enti, Associazioni, Istituzioni scolastiche e aziende private. Scrive per riviste specializzate e webzine, ed è componente del comitato di redazione del Giornale dell’Ente SOS Bambino International onlus. Ha conseguito il perfezionamento in Letteratura per l’infanzia, illustrazione ed editoria presso l’Università degli studi di Padova. Assieme all’illustratore Alessandro Coppola, per il progetto editoriale Per un soffio…, ha ricevuto la menzione speciale della giuria del premio Internazionale per l’albo illustrato inedito Schwanenstadt (Austria). Battito d’ali è il suo primo albo illustrato.

Alessandro Coppola, siculo di origine, fin da piccolo mostra una naturale attitudine per il disegno, una passione particolare per i cartoni animati e per i libri di fiabe che leggeva. Si innamora dell’ illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e affina le sue conoscenze con un Master in Graphic Design presso lo I.E.D. di Roma. Dal 2013 fa parte dell’Associazione Illustratori Italiani. Ha pubblicato diversi libri di illustrazione, tiene laboratori ri-creativi con i bambini e collabora anche con varie agenzie di comunicazione come disegnatore freelance. Vincitore del secondo premio della sezione scuola primaria del Premio Letteratura per ragazzi di Cento 2015 con il libro de le Gufilastrocche; assieme all’autrice Daniela Rossi ha ricevuto la menzione speciale della giuria del premio Internazionale per l’albo illustrato inedito Schwanenstadt (Austria).
Il suo motto è: “L’albo illustrato è la prima galleria d’arte che un bambino visita” (Kveta Pacovska).

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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