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da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

Doppio appuntamento, sabato 20 settembre 2014, per il Ferrara Art Festival e per il Racket Festival, al Palazzo della Racchetta di Ferrara, tra arte figurativa, letteratura e teatro, nel segno di Van Gogh.
Il sabato d’arte a Palazzo Racchetta, infatti, ricondurrà lo spettatore, con modalità differenti, dalle mostre allo spettacolo della serata, all’arte del grande genio olandese. Alle ore 20,30 (ma saranno visitabili già a partire dalle 18.30) si inaugurano le quattro mostre del sesto e ultimo ciclo espositivo del Ferrara Art Festival, tre collettive tematiche (“Istantanee di una città immaginata”, “Fuori schema” e “Tra ragione e sentimento”) e la personale di Josine Dupont.
Alle 21,30, per il parallelo Racket Festival, Carmelo Pistillo presenta il suo libro “Passione Van Gogh”, edizioni Book Time, con un recital teatral-letterario che porta sul palco nel cortile dello storico palazzo ferrarese la tragica vicenda del grande pittore olandese.
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e con servizio bar a cura di San Romano 91.
Le mostre prendono avvio da “Istantanee di una città immaginata” con opere di Fiorenzo Bordin, Mario D’Amico, Ivo Stazio, Marica Zorkic, che indagano e rispondono alle possibilità di raccontare con oggettività i sogni ed esprimere razionalmente le fantasmagorie dell’immaginazione. Alla domanda:”Si può disegnare, dipingere, fotografare un paesaggio urbano come contenitore al tempo stesso reale e ideale dei nostri sogni, delle nostre emozioni?” rispondono con questa originale mostra.
Nella seconda mostra intitolata “Fuori schema” saranno protagoniste le opere di Siberiana Di Cocco, Paolo Lo Giudice, Giuseppe Piacenza, Josefina Temin.
“Certe volte l’artista – spiega il curatore Virgilio Patarini – per storia personale, gusto, guizzo spiazzante o anche solo capriccio si trova ad esplorare territori inediti, per forme o contenuti. Se la sua tenacia non lo fa arretrare e la sua pazienza gli consente di dotarsi di mappe e strumenti per esplorare questi territori, possiamo allora trovarci dinnanzi ad opere difficili da catalogare, “fuori da ogni schema”.
Si prosegue con la mostra “Tra Ragione e Sentimento”; in essa si ritroveranno le opere di Salvatore Alessi, Claudio Bandini, Walter Bernardi, Alberto Besson, Marina Berra, Paulus Helbling, Maria Luisa Ritorno, Lyudmila Vasilieva.
Si tratta di opere in bilico tra la razionalità di strutture compositive di matrice geometrica e la ricchezza inquieta e fortemente emotiva di stesure cromatiche di matrice informale. Dove però la geometria non ostacola, ma asseconda il pulsare dell’emozione che soggiace, e al tempo stesso ne scandisce il ritmo.
Da ultimo, last but not least, la personale di Josine Dupont. Milanese di famiglia belga, dopo gli studi universitari ha studiato per quattro anni presso la Scuola Superiore degli Artefici di Brera e si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Genova con una tesi sulla metafisica di Archipenko. Nell’arco della sua produzione è passata da un primo periodo figurativo, in cui ha descritto il paesaggio ligure ed ha eseguito ritratti e disegni, a una fase in cui ha studiato la figura umana dissolta nel colore, con una ricerca sulla composizione antica in monocromo rapportata all’informale, per approdare quindi all’informale gestuale. E’ presente nella collezione permanente del Museo d’Arte Sciortino di Monreale e nella collezione permanente del Latino Art Museum di Pomona (California).
L’anima di Van Gogh sembra permeare questi quattro scenari artistici in apertura a Palazzo della Racchetta; dalla pennellata pastosa ed efficacemente materica della mostra “Istantanee di una città immaginata” e della personale di Josine Dupont, all’assoluto essere fuori dalle regole di “Fuori Schema” per concludere con la forte tensione emotiva ed emozionale del gesto pittorico di “Tra Ragione e Sentimento”, Van Gogh è un’anima artistica e poetica che ritorna come un deciso denominatore comune.
A seguire, alle 21.30, prenderà il via un nuovo appuntamento con il Racket Festival.
Sul palcoscenico saliranno le vicende umane ed artistiche di Vincent Van Gogh raccontate dalla narrativa delicata e profondamente poetica di Carmelo Pistillo.
Un teatro, quello dell’autore già presente al Racket Festival la scorsa estate con un testo dedicato proprio alla poesia, che si fa puro e assoluto grazie alla poesia incarnata e incandescente che racconta non solo Van Gogh, ma anche “della vita vissuta come una missione, in un afflato mistico, come una fede assoluta, bruciante, senza possibilità alcuna di compromessi, mediazioni, una vita da frate francescano, povero tra i poveri, predicatore nel deserto. E della Fede stessa vissuta come un calice amaro da bere fino in fondo, fino alla feccia. E della pittura, dell’arte da vivere allo stesso modo, come una fede, con un rigore estremo e con un’estrema serietà e coerenza che agli occhi dei più può apparire follia. (…) il Van Gogh di Pistillo a tratti ci appare una sorta di Figura Christi e come un (povero) Cristo Figlio del Dio della Pittura si offre a noi spettatori, ci offre la sua carne impastata di colore e sangue, lui che per primo si è nutrito di colore, di quel giallo vivo e pulsante, sfolgorante di luce, giallo abbacinante di cui è intrisa ogni fibra di ogni sua tela, ogni fibra della sua carne viva e pulsante” come ha scritto Virgilio Patarini nell’introduzione dell’opera.
Le mostre proseguiranno e saranno visitabili tutti i giorni dalle 15 alle 19 fino al 1 ottobre. Il 2 ottobre dalle 9 alle 12. Dal 3 al 5 ottobre, nel corso dell’Internazionale, su appuntamento telefonando al cell. 333.80.322.46.
Nel corso del Festival di Internazionale Palazzo della Racchetta sarà il quartier generale dell’ARCI, sarà il luogo dell’accreditamento di tutti gli ospiti e dei giornalisti e ospiterà la sala stampa dell’Internazionale stesso. Saranno inoltre organizzate una serie di visite guidate alle ultime quattro mostre del Ferrara Art Festival per tutte le centinaia di giornalisti accreditati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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