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da: Amici della giovane promessa ferrarese della danza

Sit-in per la giovane ballerina, sabato 21 novembre alle ore 11.00 in Piazza del Municipio a Ferrara

A dispetto della Convenzione di New York che sancisce il diritto dei minori di essere ascoltati, il Tribunale ha deciso di costringere una ragazza di Ferrara ad andare a scuola a Roma lontano dalla madre, autorizzando il servizio Socio Assistenziale ad eseguire COATTIVAMENTE il decreto avvalendosi del personale specializzato della Questura di Roma, Servizio Minori.
Si è deciso quindi di ricorrere alla forza e di rifiutare la richiesta della nostra concittadina quattordicenne di restare a vivere con la madre e di frequentare la scuola a Milano o eventualmente a Ferrara.
La decisione del Tribunale è basata principalmente sulla perizia di uno psichiatra di Roma duramente e pubblicamente criticata dalla consulente della mamma, la dott.ssa Marica Malagutti che ha scritto:
“Il perito non riesce classificare la ragazza e sua madre, all’interno di una patologia e a questo punto afferma che occorrerebbe INVENTARNE una ad hoc? … Non è importante, come dice il consulente del Tribunale, definire cosa intendiamo per patologia, ma discernere tra volere e reale aspirazione di crescita della giovane promessa della danza. Il ruolo degli adulti, genitori, educatori, psicologi, periti è quello di analizzare con profondità le caratteristiche dei giovani e far sì che queste vengano coltivate fino alla realizzazione completa della personalità nonostante le difficoltà che si possono incontrare. Spesso i tecnici osservano le criticità dei rapporti, occorrerebbe invece guardare anche e soprattutto le potenzialità delle persone e delle loro interazioni in modo da trovare soluzioni positive e adeguate allo sviluppo e non al controllo della situazione. Violare il diritto di sviluppo alla persona vuol dire creare patologia, depressione, fuga dalla realtà.”
Chiediamo a tutti i cittadini di Ferrara e non solo, in particolare a mamme, papà, politici, e artisti di scendere in piazza con noi per dire NO a questa decisione del Tribunale che la ragazza rifiuta categoricamente perché ama la mamma e questo collocamento potrebbe persino rovinarle la carriera.
Amici della giovane promessa ferrarese della danza
https://www.facebook.com/groups/1897310757160157/

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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