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da: ufficio comunicazione Confcooperative Ferrara

Dalla Sharing Economy all’economia collaborativa.
L’impatto, le opportunità, l’innovazione. Spunti e riflessioni per il mondo cooperativo. Confermata la presenza di Luigi Marattin.

Promosso da Confcooperative Ferrara, Confcooperative ed Irecoop Emilia Romagna, si terrà, sabato 27 febbraio 2016 un convegno dedicato alla economia collaborativa al Palazzo Savonuzzi, via Darsena, 57 presso il Consorzio Wunderkammer.

Francesca Battistoni, di Social Seed che interverrà durante la mattinata, parla di nuove sfide per il futuro ed opportunità emergenti: “L’economia collaborativa definisce un nuovo modello organizzativo e di business basato sull’uso di piattaforme digitali per connettere tra loro persone che vogliono scambiarsi beni o servizi in modo diretto, semplice e con la minima intermediazione. Tale modello ha visto un boom negli ultimi anni, soprattutto grazie alla rapida crescita di alcune piattaforme che ne hanno dimostrato l’enorme potenzialità in termini di mercato e di valore commerciale. Sono tuttavia rimaste nell’ombra le esperienze che hanno cercato di usare il modello piattaforma in connessione con finalità di tipo più solidaristico e sociale. Questo contributo vuole mettere in luce le aspirazioni e le potenzialità dell’economia collaborativa per le imprese cooperative, discutendo come queste possono fare uso di tale modello o mutuarne parzialmente alcuni elementi, adattandoli attentamente alla proprie finalità ed identità”.

Introdurrà e modererà l’incontro Nicola Folletti, Vice Presidente di Confcooperative Ferrara, a seguire i saluti del Vice Sindaco del Comune di Ferrara Massimo Maisto e di Chiara Bertelli di Legacoop Ferrara.L'Economia Collaborativa 27 febb. Ferrara

Due saranno gli interventi prima della tavola rotonda: “Come cambia la mutualità: viaggio nel territorio dell’Emilia Romagna” a cura di Nicoletta Tranquillo di Kilowatt e “Economia collaborativa e innovazione nelle imprese cooperative: opportunità emergenti e sfide per il futuro” della Battistoni.

Alla tavola rotonda si susseguiranno gli interventi di:

• Alessandro Menegatti, Coop. Soc. Work and Services
• Maria Giovanna Govoni, Consorzio Wunderkammer
• Fabrizio Casetti, Spazio Grisu
• Anna Zonari, Agire Sociale – Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara
• Lucio Agnelli, Spazio Marconi – Makeinco Fablab
• Diego Farina, Coop. Città della Cultura – Cultura della Città

Le conclusioni di Luigi Marattin, della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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