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da: Circolo Arci Zone K

Torna “Transmission”, al Circolo Arci Zone K di Malborghetto Di Boara e lo fa come al solito in grande stile.
Sabato 5 dicembre, la serata electro-wave di Ferrara proporrà come d’abitudine un programma estremamente variegato che vedrà alternarsi, a partire dalle ore 19, i dj-set di Unknown Joy Toy e Carlodoa (resident Transmission).
Alle 22 e 30 saliranno poi sul palco i DelendaNoia, duo elettro-pop nato ormai nel 2010 e che nel 2011 ha raggiunto diverse soddisfazioni nella scena dark-wave con il disco d’esordio “Noia Estetica”.
Un successo che ha permesso al duo di origine sarda ma trasferitosi a Reggio Emilia, di presentarsi su tantissimi palchi in giro per la penisola e di farsi un buon seguito di fans e ammiratori che hanno contribuito al crowdfounding per questo secondo lavoro in uscita in autunno.
“Non Nevica Più” è il primo tassello che porta i DelendaNoia a voler farsi notare anche dal pubblico pop ed indie-pop, e non solo da quello wave, industrial e dark che rimane ben vivo e presente comunque nei cromosomi di Klord e Violara.
Per “Odi Et Amo”, uscito il 16 ottobre per Disco Dada/Audioglobe, la band ha voluto dare una nuova immagine con un sound maggiormente aperto al pop con forti rimandi a sonorità che sono figlie di veri e propri capisaldi del sound italiano anni ‘80 come “La Voce del Padrone” di Franco Battiato o “Many Kisses” dei Krisma, oppure anche le sonorità di fine ’90 che decretarono il successo di “Metallo Non Metallo” dei Bluvertigo.
I DelendaNoia sono una vera sorpresa e con il loro fresco sound vintage-futurista si sono fatti notare anche dal pubblico mainstream.
Prestigiosi in questo senso i recenti opening-act ai concerti di PIL e Malika Ayane.
Special guest della serata sarà Pherdy (Black Pop) che curerà in consolle il gran finale della serata insieme alla splendida Nuit Blanche (resident-dj di Transmission).
Ferrara si prepara quindi a questo grande, ricco ed atteso evento per tutti gli amanti del genere, che si trasformerà in una grande festa fino a notte inoltrata. Ricordiamo che l’ingresso sarà rigorosamente gratuito e riservato ai soci Arci. Per informazioni il numero da chiamare è il 346.0876998.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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