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Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara
Sabato 6 aprile (inizio ore 21.30) è l’incontro tra il pianista Andrea Pozza ed il sassofonista statunitense Harry Allen a sancire il secondo appuntamento 2019 firmato Crossroads & Ferrara in Jazz. A fianco di questo straordinario duo, che rappresenta la quintessenza del jazz classicamente inteso, troviamo Simon Woolf al contrabbasso e Anthony Pinciotti alla batteria.
Andrea Pozza, nato a Genova nel 1965, debuttò al Louisiana Jazz Club della sua città natale a soli 13 anni. Fu l’inizio di una intensa attività concertistica che lo ha portato ad affermarsi come uno dei pianisti più richiesti del jazz italiano. Ha collaborato stabilmente con Gianni Basso e ha fatto parte del quintetto di Enrico Rava dal 2004 al 2008, incidendo per la ECM The Words and the Days (2007). Col quintetto di Rava ha anche avuto occasione di suonare con ospiti del calibro di Roswell Rudd e Pat Metheny. 
Pozza ha anche una notevole esperienza in campo internazionale, dalle collaborazioni con grandi musicisti come Harry ‘Sweet’ Edison, Bobby Durham, Chet Baker, Phil Woods, George Coleman, Scott Hamilton, Lee Konitz, Sal Nistico, alla creazione di propri gruppi, dal trio al quintetto, aperti alla presenza di musicisti europei di notevole caratura. Il quartetto con il sassofonista Harry Allen aggiunge un altro importante tassello a questo percorso. Allen, nato a Washington nel 1966, è una figura di riferimento nel jazz dalla pronuncia tradizionale. Tra le sue collaborazioni si segnalano quelle con Tommy Flanagan, John e Bucky Pizzarelli.
Ferrara in Jazz è possibile anche grazie al prezioso sostegno di Automaster Concessionaria Toyota e Lexus.  Nella serata di sabato potrai ammirare, direttamente all’ingresso del Jazz Club Ferrara, il nuovissimo Lexus UX Hybrid, primo Crossover compatto ibrido elettrificato firmato Lexus e la nuova Toyota Corolla, un’icona dell’era moderna. Unica nel suo genere, è il primo modello Toyota ad offrire la scelta tra due motori Full Hybrid Electric: 1.8L da 122 CV e nuovo 2.0L Hybrid Dynamic Force da 180 CV.

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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