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da: Ferrara Off Teatro

Sabato 6 febbraio – ore 21
POEMA DEGLI ATOMI
di e con Elisa Mucchi

Domenica 7 febbraio – ore 17.30

per la rassegna DOMENICHE D’INVERNO

NON SAPREI DIRVELO

con Monica Pavani

Sabato 6 febbraio alle ore 21 va in scena a Ferrara Off “Poema degli atomi”, nuova produzione di Elisa Mucchi. Coreografa e danzatrice ferrarese, Elisa Mucchi prende in prestito il titolo di una poesia di Jalāl al-Dīn Rūmī per uno spettacolo in bilico tra costruzione e decostruzione, perennemente tesa tra la definizione di un nucleo e l’esplosione in particelle. “In questa ricerca del movimento”, dice la danzatrice, “esploro la ‘materia’ del corpo, dello spazio e del suono. ‘Substantiae’ che si incontrano e si scontrano. Cerco di affondare nelle percezioni più sottili, mi interessa evocare la materia umana, stare a guardare ciò che affiora e poi sparisce. La ‘vita’ del gesto.”


Domenica 7 febbraio, alle ore 17.30, un nuovo appuntamento delle ‘Domeniche d’Inverno’, dedicato al poeta Giorgio Bassani. Monica Pavani omaggia il celebre scrittore – nell’anno del centenario della sua nascita – con “Non saprei dirvelo”: un incontro incentrato sulla poesia come cuore della scrittura di Giorgio Bassani; grazie a un linguaggio estremamente mutevole, e forte delle maggiori esperienze poetiche novecentesche, l’autore – da Storie dei poveri amanti a In gran segreto – compie un viaggio mistico che lo porta ad esplorare tempi e spazi dell’immaginario per consegnarlo all’eternità del qui e ora – del romanzo, come della vita. La scrittura in versi per Bassani non è tanto un mero accompagnamento alla sua attività di narratore, quanto un laboratorio dove sviscerare temi e sentimenti essenziali, quasi indicibili, che – custoditi dall’immenso potere evocativo della parola poetica – trovano respiro universale.


Per ulteriori informazioni: 333.6282360 o www.ferraraoff.it. Ingresso spettacoli: euro 8 soci Ferrara Off, euro 5 under 20, euro 10 non soci (comprensivi di tessera associativa). Ingresso libero per la rassegna ‘Domeniche d’inverno’.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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