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da: organizzatori

Alle ore 17 presso Villa del Seminario (Istituto Don Calabria – Città del Ragazzo, Viale Don Calabria, 13 – Ferrara), Primo Ospedale Militare Neurologico della Grande Guerra. Con la collaborazione di Associazione “De humanitate Sanctae Annae”, Associazione Culturale di Ricerche Storiche “Pico Cavalieri”

Saluti:
Saluto delle Autorità
Giuseppe Sarti, Direttore dell’Istituto Don Calabria
Massimo Masotti, Presidente dell’Associazione “De humanitate Sanctae Annae”
Donato Bragatto, Presidente Associazione Culturale di Ricerche Storiche “Pico Cavalieri”

Daniele Ravenna, Direttore Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), presenta i libri:
“Gaetano Boschi – Sviluppo della psichiatria di Guerra” di Leonardo Raito, Carrocci Editore, 2010
“Zaino di Sanità”, di Corrado Tumiati, Gaspari Editore, 2009

Sarà presente Leonardo Raito
Presiede Anna Quarzi


Villa del Seminario

Costruita attorno al 1850 per le vacanze estive dei seminaristi, ad Aguscello, venne solennemente inaugurata da Papa Pio IX il 17 luglio del 1857. Nel 1915 venne concessa in uso gratuito alla Sanità Militare dal Cardinale Giulio Boschi, Arcivescovo di Ferrara e trasformata in ospedale militare di riserva per malati nervosi nell’ottobre dello stesso anno e inaugurato l’8 marzo del 1916. Questo ospedale militare nasceva in un momento in cui l’organizzazio- ne del servizio neurologico specializzato era ancora in uno stato embrionale e si impose come una realtà d’eccellenza, tanto che Augusto Tamburini, con- sulente psichiatrico del Ministero della Guerra, lo giudicò “veramente perfet- to sotto ogni punto di vista”.
Vi furono ricoverati fra gli altri Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Carlo Car- rà. Attualmente è sede dell’ente formativo Centro Studi Opera Don Calabria “Città del Ragazzo”.

“Gaetano Boschi – Sviluppo della psichiatria di Guerra” di Leonado Raito (Carrocci Editore, 2010)
Gaetano Boschi, neurologo, docente universitario e vicedirettore del Mani- comio provinciale di Ferrara, fondò il primo ospedale militare per malati di nevrosi di guerra , e fu quindi un osservatore privilegiato degli sviluppi della neuropsichiatria applicata. Ideatore delle riunioni medico-militari all’Accade- mia delle Scienze della città estense, fu l’animatore di una fase nuova per gli studi della medicina bellica italiana. Le doti affinate nel corso del conflitto, abbinate ad una crescente e indiscutibile fama internazionale, spinsero il governo italiano a nominarlo rappresentante nazionale alla conferenza inte- ralleata per lo studio della rieducazione professionale e delle questioni che interessano gli invalidi di guerra.

“Zaino di sanità”
di Corrado Tumiati (Gaspari Editore, 2009)
Il libro fornisce una preziosa testimonianza sulla vita di un medico in prima linea durante la prima guerra mondiale. Corrado Tumiati (Ferrara 1885-Fi- renze 1967), direttore dell’ospedale veneziano di San Servolo, fu tra i mag- giori psichiatri italiani. Amico di Casorati, Gino Rossi e Medardo Rosso, lasciò nel 1929 la medicina per dedicarsi interamente alla letteratura collaborando per 16 anni al Corriere della Sera. Con Piero Calamandrei nel 1945 diede vita a il “Ponte” e tradusse tutto il teatro di Moliére.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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