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da: Responsabile eventi Libreria Ibs.it Ferrara

Sabato 12 aprile ore 18:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino,Libreria IBS.it bookshop,
in collaborazione con Fondazione Adriano Olivetti e Edizioni di Comunità, in occasione dell’uscita delle nuove edizioni degli scritti olivettiani, ultimo dei quali “Le fabbriche del bene” (Edizioni di Comunità),
Patrizio Bianchi e Beniamino de’ Liguori discutono della figura di Olivetti e dell’attualità del suo pensiero. Introduce Fabio De Luigi.

Olivetti 12.04 “La nuova economia che immaginiamo contribuisce al progresso materiale e accompagna l’individuo mentre perfeziona la propria personalità e le proprie vocazioni. E tuttavia non impedisce di volgere l’animo verso una meta più alta, non un fine individuale o un profitto personale, ma un contributo alla vita di tutti sul cammino della civiltà.”
I due discorsi contenuti in questo quarto volume della collana Humana Civilitas rappresentano il proseguimento ideale alle uscite precedenti, successi di pubblico e di critica. Qui Adriano Olivetti si rivolge prima ai lavoratori di Ivrea, interrogandosi in un linguaggio straordinariamente partecipato, su quale debba essere il senso profondo del lavoro umano; poi affronta, nel secondo discorso che compone il volume, le forme e i modi per rendere la fabbrica un bene di tutta la comunità, illustrando così il compimento teorico della sua riflessione su come trasformare il mondo produttivo e l’economia in strumenti di solidarietà per realizzare un’autentica giustizia sociale.
Cinque scritti di Adriano Olivetti per riflettere su altrettanti temi fondamentali nella discussione politica e culturale attuale, presentati da alcune tra le voci più autorevoli del panorama culturale italiano, per permettere ai testi originali di liberare la loro straordinaria modernità:
Il cammino della comunità “Gli italiani attendono con ansia un rinnovamento materiale e morale. Sebbene questo sia in cammino per i segni che i giovani ci indicano, esso trova innanzi a sé forze di cui conosciamo bene la volontà testarda e la natura corrotta”.
Il mondo che nasce Un’antologia inedita degli scritti più significativi di Adriano Olivetti che contengono le parole chiave di un’esperienza oggi consacrata come tra le più straordinarie ed esemplari del Novecento.
Democrazia senza partiti Presentato da Stefano Rodotà, questo scritto del 1949 indica come annullare la distanza tra i mezzi e fini dell’azione politica nel riconoscimento di un’identità comune tra politica, tecnica e valori spirituali.
Ai lavoratori Due discorsi di Adriano Olivetti agli operai di Pozzuoli e Ivrea presentati da Luciano Gallino. Una narrazione esemplare per restituire dignità e senso a parole come responsabilità, rispetto della persona, conoscenza.
In più:
Adriano Olivetti. La biografia Una ricostruzione emozionante e precisa del giornalista Valerio Ochetto, che ripercorre la vita e il pensiero di Adriano Olivetti, riproposta in un’edizione ampiamente rivista, aggiornata e arricchita.
Beniamino de’ Liguori è direttore editoriale delle Edizioni di Comunità, fondate da Adriano Olivetti (di cui è il nipote) nel 1946, delle quali ha rilanciato, nel 2012, l’attività. Nel 2008 ha pubblicato Adriano Olivetti e le Edizioni di Comunità (1946-1960) nei Quaderni della Fondazione Adriano Olivetti. È membro del Comitato Direttivo del Centro Studi della stessa Fondazione.

Patrizio Bianchi è professore ordinario di Economia applicata. Dal 2004 è stato rettore dell’Università di Ferrara, dove in precedenza era stato preside della Facoltà di Economia. Esperto di economia industriale, è stato responsabile del Laboratorio di Politica industriale di Nomisma, membro del Consiglio di amministrazione dell’IRI e presidente di Sviluppo Italia. Ha collaborato ai lavori della commissione per le Politiche del lavoro e dei settori produttivi presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Economic Advisor del Governatore della Provincia cinese del Guandong, è professore onorario presso la South China University of Technology di Canton.
E’ autore di numerosi volumi e pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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