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Da: Organizzatori
POCO PIU’ DI 1500 OSPITI ALLO STAND NEL PRIMO WEEK END DELLA KERMESSE
Carli: “Partenza difficile per la Sagra 2019, ma non demordiamo”

“Sono state giornate difficili ma, come un po’ tutte le genti di mare, non ci facciamo piegare da difficoltà ed intemperie…nella speranza che il prossimo week end regali qualche scorcio di sole e caldo in più”.
Week end inaugurale alquanto complicato per la Sagra della Canocchia e della Seppia 2019. Ma Lorena Carli, la presidente del Consorzio L’Alba – il consorzio degli operatori commerciali e turistici che organizza la kermesse di Porto Garibaldi in collaborazione con la Cooperativa Piccola e Grande Pesca – prova comunque a sorridere. “Anche perché – sottolinea – non possiamo che ringraziare quei veri e propri aficionados, arrivati spesso da lontano e che, ‘armati’ di ombrelli ed impermeabili, sabato hanno sfidato vento e pioggia per venirci a trovare”. Grazie anche alle migliorate condizioni meteo, il numero degli ospiti serviti allo Stand Gastronomico allestito di fronte al Mercato Ittico durante il fine settimana dovrebbe attestarsi poco oltre quota 1500 ed anche le iniziative collaterali – dopo rinvii e cancellazioni in serie che hanno falcidiati il cartellone di escursioni e spettacoli – sono ripartite, a partire dall’affollatissimo tour guidato con Giacomo Rizzati alla scoperta di storia, curiosità e ‘luoghi della pesca’ lungo il PortoCanale e dal cooking show di Giordano Turri ospitato nella suggestiva cornice del Parco di Villa Bellini.
“E proprio perché orgoglio e determinazione sono peculiari della nostra gente – conclude Lorena Carli – si sta già lavorando non solo per confermare gli eventi già programmati per il prossimo week end ma anche recuperare almeno alcuni di quelli annullati, a partire dallo spettacolo dedicato al Centenario nel cambio di denominazione dall’originaria Magnavacca all’odierna Porto Garibaldi che vedrà in scena, insieme alla ‘Famia ad Magnavaca’ i ragazzi dell’Istituto Comprensivo.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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