Skip to main content

Disponibili oltre 3 milioni di euro per il 2018.
Quasi 29 milioni i contributi che la Regione ha destinato a interventi di bonifica negli ultimi 15 anni, di cui 9 stanziati in questa legislatura a favore delle imprese: amianto totalmente rimosso nel 70% dei siti mappati, il restante 30% sotto controllo e in sicurezza. Gli assessori Venturi e Gazzolo: “Rafforziamo ulteriormente il nostro impegno per la tutela della salute e dell’ambiente e la prevenzione della salubrità nei luoghi di lavoro”. E il ministero dell’Ambiente annuncia che le Officine Grandi Riparazioni di Bologna diverranno Sito di interesse nazionale

Bologna – La costruzione di archivi di lavoratori attualmente o precedentemente esposti all’amianto. Un ulteriore rafforzamento dell’attività di vigilanza e controllo. La presa in carico “globale” dei pazienti affetti da mesotelioma, per fornire la migliore assistenza sia in ospedale che sul territorio garantendo anche il supporto medico-legale e psicologico. La definizione di procedure uniformi regionali di riferimento per la rimozione e lo smaltimento di piccole quantità di materiale contente amianto in matrice compatta da parte dei privati cittadini.
Sono solo alcune delle novità del nuovo Piano Amianto della Regione Emilia-Romagna, presentato oggi in viale Aldo Moro nel corso di una conferenza stampa in cui è anche stata annunciata la disponibilità di risorse regionali per oltre 3 milioni di euro nel 2018.
Inoltre, è proprio di questi giorni l’annuncio, dato dal ministro Galletti, che le Officine Grandi Riparazioni di Bologna saranno individuate, con la legge Finanziaria 2018, come 41esimo Sito di interesse nazionale, a cui il ministero destinerà per il prossimo anno 1 milione di euro. In Emilia-Romagna sarà il secondo Sin: si aggiunge infatti a quello di Fidenza già destinatario, nel corso di questa legislatura regionale, di 4 milioni di euro per la bonifica.

“Questo nuovo Piano- ha sottolineato il presidente, Stefano Bonaccini- è frutto di un proficuo confronto, che rappresenta uno strumento di continuità con il passato ma, al tempo stesso, vuole sviluppare nuove azioni. Siamo gli unici in Italia ad aver sottoscritto con tutte le parti sociali un Patto per il lavoro che ha l’obiettivo di dimezzare la disoccupazione entro il 2020, ma al tempo stesso di prendersi sempre più cura del territorio, e dunque della sua qualità, sicurezza e manutenzione. Perché la sicurezza di un territorio- ha aggiunto il presidente- deve sempre venire al primo posto, soprattutto quando si parla di luoghi di lavoro. Ora il Piano è qui, è realtà. Grazie a un lavoro di squadra che ancora una volta ha coinvolto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e l’Anci regionale: segno che quando ci si mette insieme, con finalità comuni e collaborazione fattiva, le cose si possono fare bene”.

“Come per altri temi, anche in questo caso abbiamo lavorato con un approccio integrato- hanno spiegato gli assessori regionali all’Ambiente, Paola Gazzolo, e alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Quello dell’amianto è un tema trasversale, che va dalla mappatura della sua presenza sul territorio, e quindi la bonifica e lo smaltimento, alla gestione delle problematiche estremamente complesse della presa in carico dei pazienti affetti da mesotelioma. Con questo Piano ribadiamo e rafforziamo il nostro impegno concreto per la tutela della salute, dell’ambiente e per la prevenzione della salubrità nei luoghi di lavoro. Lo dobbiamo a tutti- hanno ricordato Venturi e Gazzolo- ed è un modo per rendere giustizia a chi ancora oggi si ammala per esposizione all’amianto, e a chi è morto”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Stefano Mazzetti, delegato Ambiente Anci Emilia-Romagna, e rappresentanti delle organizzazioni sindacali dell’Emilia-Romagna: Andrea Caselli (Cgil), Ciro Donnarumma (Cisl), Roberta Campagnoli (Uil).

Il contesto: risorse e interventi
Fin dal 1996, la Regione Emilia-Romagna ha adottato un “Piano regionale di Protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto” e, negli anni successivi, ha proseguito l’attività di vigilanza, controllo e mappatura. Un ruolo importante è stato svolto dalle numerose iniziative regionali di finanziamento destinate sia al mondo produttivo che alle pubbliche amministrazioni. Negli ultimi 15 anni la Regione (assessorato all’Ambiente) ha destinato quasi 29 (28,8) milioni di euro di contributi a pubblici e privati (aziende) per la bonifica. A cui si aggiungono 3,2 milioni per la rimozione e lo smaltimento di 6.500 tonnellate di macerie contenenti amianto in seguito al terremoto del 2012.
Sul totale, 26 milioni – di cui 9 solo in questa legislatura – sono stati stanziati per gli interventi nelle imprese (piccole, medie e grandi); gli altri 2,8 milioni sono serviti per effettuare rimozioni d’amianto in 20 scuole già mappate dalla Sanità col Piano del 1996, oltre ad altre 52 scuole extra mappatura.
A ciò si aggiunge l’impegno della Regione per la tutela sanitaria dei lavoratori esposti: il Registro regionale Mesoteliomi è stato istituito ed è attivo dal 1996. Molto prima del Registro nazionale, che risale al 2002. In Emilia-Romagna si sono registrate più di 150 nuove diagnosi di mesotelioma maligno in media l’anno, nel periodo 2011-2013; 133 nel 2014, 148 nel 2015. Infine, 113 i nuovi casi nel 2016 (dato non ancora consolidato).

Il Piano Nazionale Amianto e il nuovo Piano Amianto della Regione Emilia-Romagna
Il “Piano Nazionale Amianto – Linee di intervento per un’azione coordinata delle Amministrazioni statali e territoriali”, elaborato nel marzo 2013, pur in assenza di un accordo Stato-Regioni e Province Autonome, rappresenta un riferimento per gli indirizzi strategici in materia di prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro. Affronta settori di intervento quali l’epidemiologia, la valutazione del rischio e la sorveglianza sanitaria.
I contenuti del nuovo Piano Amianto della Regione Emilia-Romagna, che tiene conto del documento nazionale, sono stati definiti coinvolgendo i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) Emilia-Romagna. Tra gli obiettivi del nuovo testo, che rientra nel più ampio Piano regionale della Prevenzione 2015-2018, c’è l’ulteriore consolidamento della sorveglianza epidemiologica e sanitaria, della conoscenza sulle attuali esposizioni all’amianto e il miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di vita e di lavoro in relazione al rischio.

Le azioni previste
Tra le azioni previste, la “sistematizzazione” di archivi regionali informatizzati dei lavoratori esposti ed ex esposti, il miglioramento dei processi di acquisizione delle informazioni sulla diffusione di amianto nelle condotte degli acquedotti, il consolidamento della capacità d’analisi dei laboratori. Per effettuare le bonifiche e i controlli secondo criteri di priorità, in raccordo con gli altri enti coinvolti, il Piano vuole approfondire le più efficaci modalità di mappatura e promuovere procedure semplificate fra i diversi enti pubblici per gestire le segnalazioni per presenza di amianto. Non solo: si punta a favorire sistemi più veloci per la rimozione e lo smaltimento di piccole quantità di amianto in matrice compatta da parte dei privati cittadini; attualmente questa tipologia di raccolta è già presente circa nell’80% dei Comuni e gratuita nel 50%.
Per tutelare ancora di più i lavoratori che sono esposti – o che sono stati esposti -all’amianto, il Piano prevede la costruzione di un programma regionale di assistenza, informativa e sanitaria, dedicata ai lavoratori ex esposti ad amianto nei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende Usl, e l’istituzione di una rete regionale per la presa in carico dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico. Il Piano, inoltre, vuole migliorare la qualità della cura di questi pazienti attraverso la messa a punto di un modello che consenta la presa in carico globale, in grado di fornire la migliore assistenza sia in ospedale che sul territorio garantendo anche il supporto medico-legale e psicologico.
Per consentire unapproccio trasversalefra i settori ambiente, salute e lavoro, e la cooperazione tra i diversi soggetti coinvolti, sono previsti l’istituzione di una Cabina di regia, con funzioni di indirizzo e monitoraggio dell’applicazione del Piano, e di un Gruppo tecnico regionale, che si avvarrà di Gruppi di lavoro tematici, composti da esperti di diversa professionalità, con il compito di supportare la realizzazione e lo sviluppo del Piano Amianto nel tempo, anche in relazione alle mutate condizioni di contesto e alle esigenze della popolazione.

Mappatura e bonifica dei siti con presenza di materiali contenenti amianto: i dati
Scuole di ogni ordine e grado, ospedali e case di cura, impianti sportivi, grande distribuzione commerciale, istituti penitenziari, cinema, teatri, sale convegni, biblioteche, luoghi di culto. Sono 1.198 i siti (pubblici o privati aperti al pubblico accesso) mappati, dove l’amianto (sia friabile che compatto) è stato totalmente rimosso in oltre il 70% dei casi (894); i rimanenti 300 circa sono per la maggior parte parzialmente bonificati e comunque sotto controlloe in sicurezza.
Questo, in sintesi, il bilancio al 31 dicembre 2016 dell’attività di bonifica per rimozione completa del materiale contenente amianto in Emilia-Romagna. La Regione infatti, con un’apposita delibera (la n. 1302 del 5 luglio 2004), ha approvato il progetto “Mappatura delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto”. Già prima, con il Censimento dell’amianto friabile nell’ambito del precedente Piano regionale del 1996, erano stati individuati 1.889 edifici privati o di interesse pubblico e 2.540 edifici aziendali con materiali contenenti amianto in matrice friabile, bonificati negli anni successivi.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it