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Da: Regione Emilia Romagna

Salute. Caso Avastin, dalla decisione della Corte di giustizia europea la conferma che la battaglia dell’Emilia-Romagna era giusta e doverosa. La soddisfazione dell’assessore Venturi: “Sentenza storica, destinata a cambiare radicalmente le logiche esclusivamente commerciali legate a un farmaco che, prima di essere un prodotto dell’industria, è un bene essenziale per la salute”

Fin dal 2009 la Regione, prima in Italia, ha combattuto in tutte le sedi per erogare nelle strutture pubbliche questo medicinale efficace nella cura della maculopatia retinica e dal costo di quaranta volte inferiore a quello di altri farmaci in commercio. In questo periodo la Regione ha assicurato ai pazienti cure efficaci e sicure risparmiando circa 4,2 milioni l’anno. “Due obiettivi ci hanno sempre guidato: la tutela della salute dei cittadini e l’uso efficiente delle risorse pubbliche. E questa sentenza accoglie in pieno la nostra tesi”

Bologna – Una decisione che conferma che la battaglia iniziata nove anni fa dall’Emilia-Romagna era giusta e doverosa, condotta in nome della salute dei cittadini e dell’uso corretto e oculato delle risorse pubbliche. Ma c’è di più.

“Si tratta di una sentenza storica, destinata a modificare radicalmente le logiche esclusivamente commerciali legate alla commercializzazione di un farmaco che è sì un prodotto dell’industria, ma ancor prima un bene essenziale per la salute. Per primi in Italia ci siamo battuti per arrivare a questo risultato, non possiamo che essere soddisfatti e orgogliosi della nostra scelta del 2009, di cui ora potranno beneficiare anche le altre Regioni”.

Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, commenta la sentenza emessa oggi dalla Corte di giustizia dell’Unione europea sul caso Avastin-Lucentis, che afferma la legittimità della presa in carico, da parte del servizio sanitario nazionale, dei costi di un medicinale ‘off label’ nonostante vi sia, per la stessa indicazione terapeutica, un medicinale ‘ad hoc’.

La questione risale al 2009, quando la Regione Emilia-Romagna decise, prima in Italia, di erogare nelle strutture sanitarie pubbliche l’Avastin, farmaco efficace nella cura della maculopatia retinica, anche dopo l’immissione in commercio del Lucentis, medicinale sempre impiegato per la cura della maculopatia retinica ma dal costo molto maggiore. Per un unico, fondamentale motivo: perché consentiva e consente, a parità di condizioni di efficacia e sicurezza, una significativa riduzione della spesa farmaceutica a carico del servizio pubblico, tutelando al tempo stesso la libertà di scelta terapeutica da parte dei professionisti. E le disposizioni attuate dall’Emilia-Romagna hanno consentito in effetti, dal 2009 ad oggi, un risparmio per il Servizio sanitario regionale di circa 4,2 milioni l’anno.

“La sentenza della Corte di giustizia europea accoglie in pieno la nostra tesi- aggiunge l’assessore Venturi-. Come abbiamo sempre sostenuto, l’utilizzo di Avastin off label, cioè per un uso diverso da quanto previsto dalle indicazioni di registrazione, nel trattamento della maculopatia degenerativa nelle strutture sanitarie della regione è pienamente legittimo”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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