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Gli ormoni femminili giocano un ruolo importante nel meccanismo di comparsa del mal di testa. Ecco perché è soprattutto la popolazione femminile a soffrire di emicrania. Molte donne hanno mal di testa ciclici riconducibili al ciclo mestruale. In fase preovulatoria e premestruale, gli ormoni sono responsabili di un aumento di ritenzione idrica in tutto l’organismo. Quando la persona ha già di suo uno stato tensionale latente questo aumento di pressione causa l’aumento d’irritabilità e, a livello della testa, può essere causa dell’insorgere del sintomo. Durante questa fase ciclica, la donna entra in contatto con la sua parte più profonda, la parte ancestrale generatrice, e a volte il conflitto con questa parte e il tentativo di bloccare l’energia vitale che si produce porta a un irrigidimento che scatena la cefalea.

La sensazione di confusione, sbandamenti e giramenti di testa, con un dolore sordo che non ti abbandona nemmeno dopo l’analgesico di turno può trovare la sua causa in uno sbalzo di pressione sanguigna. In questo caso è necessario provvedere al controllo medico, per valutare se all’origine del sintomo ci possa essere un’ipertensione arteriosa da tenere sotto controllo. Un intervento precoce può riportare alla normalità una situazione transitoria, al contrario trascurare i sintomi facendoli perdurare nel tempo, può facilitare il consolidarsi dell’ipertensione. Queste persone manifestano attraverso il corpo il loro modo di vivere sotto pressione, sia esso collegato a un momento della loro vita o al loro modo di affrontarla.

La mattina ci svegliamo con il mal di testa, abbiamo dolore localizzato vicino all’orecchio e apriamo con difficoltà la bocca? Molto probabilmente durante la notte stringiamo e/o digrigniamo i denti. L’origine potrebbe essere ancora uno stato tensionale che non ci abbandona nemmeno durante la notte oppure un problema di occlusione da verificare con il nostro dentista.
Se, invece, il dolore si concentra al centro della fronte o agli occhi forse siamo vittime di una sinusite.
Sforziamo la nostra vista davanti al computer oppure i nostri occhi hanno ridotto la loro capacità di accomodamento delle immagini, in questi casi il dolore parte dalla fronte o dagli occhi e poi si concentra alla nuca: o è necessaria una visita oculistica oppure si tratta di stanchezza e sforzo eccessivo richiesto alla nostra vista.

Insomma, molto spesso il mal di testa nasce da una somma di più fattori scatenanti che insieme contribuisco ad acuire la sensazione di dolore e il suo perdurare. È importante verificare innanzitutto con il proprio medico che non ci siano cause importanti da valutare ed eventualmente da curare. Nel caso in cui il medico riconosca un disturbo funzionale come causa della cefalea, una figura come l’osteopata può aiutarci a leggere e interpretare quella mappa che il nostro corpo traccia su di noi, individuando e poi trattando i punti di restrizione alla base dell’origine del sintomo.
L’organismo nasce con una grande capacità adattativa, che perde lentamente nel tempo per traumi fisici o psichici che non riesce a superare o che lo condizionano. Un approccio globale che tenga conto di tutti gli aspetti della persona nella sua interezza è quello che ci permette di individuare con maggior chiarezza la strada da percorrere per ripristinare lo stato di benessere e una migliore qualità della vita.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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