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Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

SAN BIAGIO NEL CUORE DEL TERRITORIO RIONALE DEL CRUSAR
I festeggiamenti del patrono sono iniziati nella chiesa dell’antica
tenuta, aperta per l’occasione

Si è festeggiato, mercoledì 3 febbraio, san Biagio, patrono del Rione
Crusar. La giornata è iniziata con la più funzione religiosa più
suggestiva e tradizionale nella chiesa all’interno dell’antica tenuta di
Zenzalino, aperta per l’occasione dalla famiglia Viani.
Un’occasione particolarmente sentita che ha il suo cuore in quello che
era un borgo popoloso e laborioso. «Ancora oggi – spiega Antonio Viani –
questa ricorrenza rappresenta un modo per reincontraci fra gli ormai
figli e nipoti di coloro che abitavano a Zenzalino, che orano soliti
giungere anche da varie città d’Italia prima dell’emergenza sanitaria.
Un modo per rinsaldare legami all’insegna del patrono».
La messa, a cui ha partecipato l’assessore all’Associazionismo Bruna
Cirelli, è stata presieduta da don Piergiorgio Mancin, che ha ricordato
la pandemia «C’è la malattia certo, ma non disgiunta dalla speranza:
nella malattia troviamo la conferma della nostra fragilità, ma non la
disperazione. Abbiamo bisogno di cure al corpo e all’anima, per avere
guarigione e salvezza». Ha affermato il parroco, che ha invocato la
mediazione di san Biagio.
In chiusura la contrada gialloblu ha dato appuntamento al pomeriggio,
per la messa nella chiesa parrocchiale di Copparo, seguita dalla
benedizione delle gole. «Sono ormai 15 anni che ci riuniamo nella chiesa
di Zenzalino, che fa parte del territorio rionale – spiegano -. Siamo
stati il primo rione di Copparo a riscoprire la tradizione del patrono.
Solitamente alla cerimonia religiosa seguiva il grande raduno giovanile
di sbandieratori e musici e la festa in sede. Quest’anno non sarà
possibile proseguire organizzare tali eventi per l’emergenza sanitaria,
ma la contrada non rinuncerà sabato alla donazione di sangue ‘Crusar per
Avis’, nella speranza di tornare quanto prima alla normalità».

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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