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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Lusenti: “Confermato l’equilibrio economico-finanziario, un risultato ancora più importante viste le minori risorse nazionali e l’incertezza normativa”

Bologna – Bilancio in pareggio anche nel 2013 per il Servizio sanitario regionale, che conferma l’obiettivo dell’equilibrio economico-finanziario come previsto dalla programmazione sanitaria. Il parere favorevole ai bilanci degli esercizi 2013 delle Aziende sanitarie regionali e dell’Istituto ortopedico Rizzoli è arrivato oggi con l’approvazione della Commissione politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea legislativa regionale, che si è espressa sui conti del Servizio sanitario regionale, dopo le valutazioni positive delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie provinciali.
“Mantenere i conti in equilibrio, come avviene ormai da molti anni, è certamente un dovere del Servizio sanitario regionale verso i cittadini. Ma non si tratta di un obbligo fine a se stesso – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – : la finalità è infatti quella di liberare quante più risorse possibili per migliorare la qualità dell’assistenza e la cura, ovvero a favore dei servizi per la salute delle persone”.
La Regione, anche nel 2013, ha continuato ad assicurare risorse del proprio bilancio per fornire prestazioni sanitarie aggiuntive rispetto ai Livelli essenziali di assistenza (definiti dalla normativa nazionale per tutte le regioni); tra queste le misure a sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi economica e dei residenti nelle zone terremotate nel 2012, che hanno previsto l’esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami e l’erogazione gratuita di farmaci di fascia C. Inoltre, sempre con risorse regionali è stata assicurata la copertura (quasi 20 milioni) degli indennizzi agli emotrasfusi, un costo di competenza statale che tuttavia non è stato garantito a livello nazionale.
“L’equilibrio economico-finanziario del sistema regionale – prosegue l’assessore – è un risultato ancor più significativo se teniamo conto delle incertezze normative, come la mancata sottoscrizione del nuovo Patto per la salute, e delle difficoltà di programmazione economica in cui hanno operato le Aziende nel 2013: per la prima volta dall’istituzione del Servizio sanitario nazionale l’anno scorso sono diminuiti i trasferimenti del Fondo sanitario nazionale sull’anno precedente, con un calo di 81 milioni pari al -1%”.
Le minori risorse e le maggiori incertezze non hanno dunque impedito di raggiungere il pareggio, obiettivo contabile già certificato a fine marzo dal Tavolo tecnico del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il risultato è stato possibile grazie al mantenimento di politiche di razionalizzazione della spesa farmaceutica, della gestione delle risorse umane, dell’acquisto di beni e servizi (grazie a procedure sempre più centralizzate tra le Aziende o a livello di area vasta o tramite la centrale unica regionale Intercent-ER). Le azioni previste da queste politiche di governo e controllo della spesa sanitaria, sia a livello regionale che aziendale, hanno permesso una diminuzione complessiva dei costi di circa 74 milioni di euro nel 2013.
Il 2013 è stato anche l’anno della svolta per risolvere il problema dei tempi di pagamento dei fornitori delle Aziende sanitarie, alle quali l’anno scorso sono stati trasferiti 1,150 miliardi di euro per questa finalità (di cui 806 milioni di fondi statali e 344 milioni di erogazioni straordinarie di cassa tra fondi regionali e nazionali, che comprendono anche 75 milioni di euro di quota premiale decisa dallo Stato per il rispetto degli adempimenti del 2011).
In questo modo è stato possibile ridurre significativamente lo stock di debito delle Aziende sanitarie verso le ditte fornitrici: da circa un miliardo di euro del dicembre 2012 fino a 263 milioni nel dicembre 2013, con una diminuzione del 73,7 per cento. I tempi medi regionali di pagamento dei fornitori di beni e servizi acquistati sono invece passati dai 214 giorni del dicembre 2012 ai 93 giorni del dicembre 2013, con una diminuzione del 56,5 per cento, con l’obiettivo di arrivare a 60 giorni.
“Nel 2014, se verranno confermate le previsioni di leggero incremento del Fondo sanitario nazionale – conclude Lusenti – nella seconda metà dell’anno prevediamo di utilizzare le eventuali risorse aggiuntive disponibili per rivedere la programmazione sanitaria e anche finanziare i piani assunzioni delle Aziende sanitarie per il superamento delle condizioni di precarietà del personale”.
Nella stessa seduta della Commissione consigliare di oggi sono state approvate anche le Linee guida regionali per l’erogazione di medicine non convenzionali (trattamenti di agopuntura) a carico del Servizio sanitario regionale, in particolare per il dolore lombare (con o senza sciatalgia) e le profilassi della cefalea muscolo-tensiva ed emicranica.

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