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da: gruppo consiliare Valore e Rispetto

Da inizio legislatura chiediamo l’istituzione della Commissione Consiliare per la Cispadana, la stessa per la quale l’attuale vicesindaco Tassinari si è sempre battuto quando era Opposizione. Ma ad oggi, nonostante le ripetute richieste, non è stata mai istituita. Tutte le volte che abbiamo chiesto di parlare di Cispadana dopo il 10 febbraio non abbiamo mai ricevuto risposta chiara, e mai è stato fatto un incontro pubblico curato dall’Amministrazione per spiegare cosa sta succedendo. Quindi, consci che questa amministrazione è tutta concentrata sulla Ricostruzione e la Fusione, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cominciato a studiare le prescrizioni date da Renzi. Che sono pubblicate sul sito del Ministero, e quindi a disposizione di tutti. E abbiamo deciso di proporre una soluzione al Consiglio Comunale, un ordine del giorno, in assoluta linea con i propositi della Maggioranza. Perché è ora di smetterla di lamentarsi e dare un preciso segnale ai Sancarlesi. E perché lo possiamo fare solo ora, e non dopo il 5 maggio, quando decadremo tutti.

La proposta a nostro avviso è equa, equilibrata, costruttiva. Condivisibile e non polemica. Chiediamo un maggiore spostamento del tracciato dal centro abitato di San Carlo, perchè la soluzione decisa dalla Presidenza dei Consiglio, il tracciato DB, non cambia in pratica nulla per la qualità di vita dei sancarlesi. Vorremmo ringraziare chi in questi giorni, leggendoli sulla stampa, ci ha dato l’idea di questa azione amministrativa e politica da parte del nostro gruppo consiliare: Anna Maria Bregoli del 5stelleperCentoeFrazioni di Cento, Piero Lodi attuale sindaco di Cento e soprattutto Alan Fabbri e Marco Pettazzoni della Lega, che su diversi fronti stanno tutti lavorando per cercare di allontanare il tracciato della Cispadana da Alberone.
Quello che chiediamo a questa Amministrazione, con un atto regolare e rispettoso, è solo l’esercizio di quella Competenza, Esperienza, Novità, Trasparenza e Operosità di cui sta parlando Fabrizio Toselli – ancora nostro sindaco almeno sino al 5 maggio – in campagna elettorale a Cento.
Abbiamo depositato l’ordine del giorno in comune ieri, il 18 aprile. Ad arrivare al 5 maggio c’è tutto il tempo per predisporre tutti gli strumenti amministrativi: di consigli comunali e delibere d’urgenza Toselli ne ha già fatte. Se vuole, lo può fare. Che dia prova ai suoi cittadini di ora e a quelli di cui vuole diventare sindaco a Cento, di che pasta è fatto, e di quello che è in grado di fare. Oggi, se il Presidente della Commissione Urbanistica Marco Margutti ce ne darà la possibilità, ne parleremo pure già con Simone Tassinari vicesindaco e Filippo Marvelli assessore competente, che abbiamo chiesto che fosse presente alla seduta odierna, in Commissione Urbanistica. Perché oltre al progetto delle due Piazze di Sant’Agostino e delle scuole di Dosso, c’è da lavorare anche per i cittadini di San Carlo e il futuro del nostro territorio. E i tempi, se vogliono, ci sono. E i mezzi, se vogliono, ci sono. E noi ci siamo.

Stefania Agarossi e Olindo Sandri
Gruppo Consiliare Valore e Rispetto

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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