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Se lo si cerca con Google Maps, il Municipio di Sant’Agostino lo si vede ancora lì, al centro della piazza, nemmeno la rete si rassegna al fatto che non c’è più.
Oggi, a quasi due anni dal terremoto, è ancora difficile abituarsi al vuoto lasciato dal crollo di quello che era il cuore del paese, il centro non solo amministrativo, ma anche architettonico e sociale, perché stava in mezzo alla piazza principale.
Adesso c’è ancora il recinto con le macerie dell’esplosione controllata che l’ha abbattuto, come una bestia morente, nel luglio 2012.
Poi non è più stato fatto nulla, fino ad ora, con la presentazione alla cittadinanza di un progetto partecipato chiamato Less Is More – Ripensare il vuoto per trovare un centro.
La Giunta ha infatti cofinanziato con la Regione un percorso che fino a maggio porterà i cittadini di Sant’Agostino, guidati da un gruppo di esperti, ad elaborare un’idea di destinazione degli spazi tra piazza Marconi, piazza Pertini e corso Roma.
Ognuno, semplici cittadini, imprenditori, bambini, immigrati, anziani, associazioni, agricoltori, potrà dire la sua su quel che vorrebbe che diventasse la piazza.

sant-agostino
I cittadini di Sant’Agostino, guidati da un gruppo di esperti, ripenseranno la destinazione degli spazi del centro

“Il centro ha bisogno di essere rivitalizzato, abbiamo perso tante attività commerciali, dobbiamo rilanciare il nostro paese, e dobbiamo farlo assieme” afferma il vicesindaco e assessore all’urbanistica Roberto Lodi, impegnato in prima persona nell’iniziativa.
Da parte dei facilitatori del progetto, guidati dall’architetto Saveria Teston, specializzata in rigenerazione urbana, c’è grande entusiasmo.
“Ora stiamo studiando il territorio, stiamo coinvolgendo tutte le attività associative ed economiche, perché anche se non sono direttamente sulla piazza, sono fondamentali per la vita del paese. Stiamo distribuendo cartoline con questionari per capire quali sono le attività che i cittadini vanno a fare fuori da Sant’Agostino, e quindi quali sono le esigenze più sentite. Il nostro scopo non è solo far rinascere il centro, ma sviluppare connessioni con le campagne, il Bosco della Panfilia, l’area industriale e le frazioni. Solo integrando la piazza col suo contesto, si otterrà un vero risultato”.
L’idea è stata accolta con curiosità, ma anche diffidenza, dai cittadini che, tra un’emergenza terremoto e un’allerta alluvione, sono molto sfiduciati.
“Perché non si è iniziato a farlo prima?”, “A maggio ci saranno le elezioni: quel che decideremo verrà tenuto in considerazione anche dalla nuova giunta?”, “Ma poi ci saranno i soldi per finanziare il nostro progetto?”, sono le principali domande che i santagostinesi hanno posto ai curatori del progetto.
“Tutte queste osservazioni in realtà ci fanno molto piacere – risponde Teston – perché significa che questo progetto risponde ad una reale esigenza di partecipazione dei cittadini.
Se non era ancora stato messo in atto, è perché prima della ricostruzione pubblica c’è stata quella privata e solo ora la Regione ha stanziato i finanziamenti per avviare questo processo collettivo, che nei paesi anglosassoni e scandinavi è ormai una prassi, ma qui da noi rappresenta ancora una novità.
Per quanto riguarda la nuova giunta, non potremo obbligarla a realizzare il progetto che emergerà dalla consultazione pubblica, ma di sicuro la Regione sarà più propensa a finanziare e sostenere l’idea che emerge da questo processo, quindi sarà interesse di tutti tenere in considerazione la proposta partecipata. Non esiste ancora un importo per la piazza, ma la Regione finora ha destinato alla ricostruzione pubblica anche più di quanto previsto, quindi siamo ottimisti”. Conclude Teston, anticipando il calendario dei prossimi appuntamenti del percorso partecipato.

Sabato 22 febbraio – Camminata di quartiere e pranzo comunitario
Mattina con le scuole, pomeriggio con i cittadini

Venerdì 7 marzo – Incontro pubblico
Condivisione delle informazioni raccolte nei mesi precedenti

Sabato 22 marzo – Pubblica discussione
Definizione degli scenari di trasformazione, gestita con la tecnica dell’Open Space Technology

Sabato 5 e 12 aprile – Laboratorio di progettazione partecipata
Definizione delle linee progettuali

Sabato 17 maggio – Incontro pubblico di chiusura del processo
Presentazione degli esiti del percorso e passi che seguiranno.

Da sabato 17 a sabato 31 maggio – Mostra degli esiti del processo
Mostra ed eventuale votazione

Per maggiori informazioni sul progetto è possibile scrivere alla mail lessismore.santagostino@gmail.com o consultare il sito del Comune www.comune.santagostino.fe.it

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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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