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25 Novembre 2019

Sardinista!

Tempo di lettura: 2 minuti


Preso da un’improvvisa, inattesa ventata di buona volontà e voglia di fare, alla fine è successo: ho deciso di fare la mia parte anch’io con le sardine.
Mi sono quindi messo su una moka, l’ho bevuta direttamente dal beccuccio della moka, ho fumato una sigaretta e poi sono uscito per andare a incontrare i capi delle sardine.
La mia intenzione era di proporre loro alcuni punti che mi stanno molto a cuore e che considero essenziali se si vuol mettere fine a questo clima pessimo che serpeggia nel paese e anche nel mondo.
Li elencherò dunque in modo conciso e pratico, proprio come ho fatto con i capi delle sardine.
Sono solo una manciata di punti molto semplici, di facile comprensione per tutti.
1) Sognare un mondo in cui Malkmus è solo un mobile dell’Ikea è il minimo sindacale;
2) “Se il crack di Wall Street – a distanza di anni – gode ancora di una fama così sconfinata allora sarà pur vero che è il miglior crack acquistabile per strada”: guida pratica contro il complottismo facile;
3) Norma “Texas” Rangeri e la conquista dell’inutile (cit.);
4) Berlusconi e le sue barzellette – Una guida pratica;
5) Addormentarsi ogni sera con Alessandro Barbero in cuffia: storia di una dipendenza;
6) Adam Driver come esperienza religiosa: storia di un fallimento, parliamone insieme.
Devo ammettere che non sono riuscito a farmi capire molto bene ma le mie proposte sono al momento al vaglio dei capi delle sardine.
Almeno, così mi hanno detto mentre mettevano su un’altra moka che avevo chiesto per spiegare meglio questi miei 6 punti.
Poco dopo che il caffè era venuto su abbiamo letto tutti insieme “La dichiarazione del Minnesota” di Werner Herzog tentando di rilassarci un po’, sperando di chiarirci un po’ le idee a vicenda.
Abbiamo fumato anche qualche sigaretta e abbiamo ascoltato anche “Sandinista!” dei Clash tutto in una botta.
Poi però si erano fatte le 11 di sera e io sono tornato a casa per andare a dormire ma i punti di accordo c’erano e ci siamo detti che ci saremmo aggiornati in settimana.
Adesso tengo sempre d’occhio il telefono che questa settimana ci si becca ancora per discutere tutta l’opera di Lenin.
Buona settimana a tutti.

Truth (New Order, 1981)

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Radio Strike


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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