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da: Centro Documentazione Donna

Venerdì 26 febbraio 2016 alle ore 16.30, al Centro Documentazione Donna di Ferrara (Via Terranuova 12/b) si terrà l’incontro sul tema Scrivere e pubblicare per giovani lettrici e lettori.
A condurlo, insieme a Luciana Tufani, sarà l’editrice Silvia Casotti, che presenterà tre volumi e tre autrici della casa editrice Nuovecarte che si sono occupate in diverse forme di scrivere per giovani lettrici e lettori, pur se i loro testi sono stati apprezzati anche dal pubblico adulto.
Si tratta di Annasilvia Randi, autrice de Le bibliofiabe, indirizzato ai giovanissimi, che attraverso i racconti fantastici possono apprendere la funzione e il piacere della biblioteca; Nicoletta Zucchini, con il suo La crosta e la mollica, recentemente al centro di numerosi incontri con le scuole elementari e medie della provincia, poiché, fra gli altri temi trattati, vede centrale quello della Shoah; infine della giovanissima Sara Fantini, che firma Le tre fiere, romanzo in cui l’adolescente Cappuccetto Rosso / Rose si trova alle prese con il disadattamento, le difficoltà della crescita, le violenze del quotidiano, l’attuale disorientamento valoriale.

Approfondimenti:

Annasilvia Randi, Le Bibliofiabe
Un libro-oggetto composto da un cofanetto contenente alcuni fogli di dimensioni e piegature diverse nei quali leggere le fiabe e trovare le istruzioni per costruire un proprio libro-gioco. Le fiabe sono ambientate nella Biblioteca Ariostea di Ferrara, che diventa la biblioteca per antonomasia, un universo misterioso e seducente, nell’intento di trasmettere alle nuove generazioni il senso di un’esperienza di vita e di cultura. I personaggi principali sono i libri stessi, introdotti dalla Signora Libricini, una sorta di bibliotecaria-cantastorie che proprio dai ragazzi scoprirà i vantaggi delle tecnologie informatiche per proseguire il suo compito di conservare e divulgare storie e diffondere l’amore per la lettura.

Nicoletta Zucchini, La crosta e la mollica
Un paese adagiato nella pianura, una villa abbandonata, un ragazzino e la sua banda, un vecchio contadino che sa seguire le piste della memoria e della natura. Luglio del 1969, siamo a cavallo dei giorni dell’allunaggio. Cesarino e la sua banda vogliono assistere in modo originale alla missione spaziale, vogliono guardare da vicino al futuro. Alla prima epica avventura si succedono, nella calura estiva, giorni di noia assoluta. Non durerà a lungo. Un pomeriggio scoppia un litigio furibondo, ne segue un precipitare rovinoso e i ragazzini sprofondano nel passato della Seconda Guerra Mondiale e della Shoah. Un orsetto, una lettera, un bambino scomparso li pongono davanti ad una tragedia, ad un enigma tutto da risolvere.
Sara Fantini, Le tre fiere
Cappuccetto Rosso è pronta ad intraprendere un nuovo viaggio, ma la mamma non è disposta a lasciarla partire da sola… Assolda perciò l’epico Achille, condottiero esperto e guida impavida. La foresta diventa luogo di misteriosi accadimenti: guerre, fughe confuse, scene di spionaggio. Sono ancora i lupi i nemici privilegiati della ragazza, che, tra colpi di scena e inaspettate rivelazioni, dovrà combattere anche contro coloro che più le sono vicini: gli uomini stessi.
Così, tra vecchi nemici e nuovi amici, Cappuccetto/Rose si trova di fronte alle riflessioni “di un adolescente dei nostri giorni alle prese con il disadattamento, le difficoltà della crescita, le violenze del quotidiano, l’attuale disorientamento valoriale”.

A cura dell’Editrice

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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