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Da Ufficio stampa

Prima campanella in Emilia-Romagna per 548mila alunni, quasi 52mila insegnanti e oltre 14.300 collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici.
Il presidente Bonaccini a Mondaino (Rimini) e Carpi (Modena) per i complessi scolastici riqualificati e ampliati, l’assessore Patrizio Bianchi all’Istituto Aldini Valeriani Sirani di Bologna. Il video messaggio agli studenti dell’assessore regionale alla Scuola

Bologna – Prima campanella in Emilia-Romagna. Tornano a scuola domani i 548 mila alunni, 362 dirigenti scolastici, 51.749 insegnanti e 14.320 collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici impegnati nel sistema regionale.
Un saluto e un augurio a tutti gli studenti e i docenti giunge dall’assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi, contenuto in un video messaggio pubblicato oggi sul sito della Regione: “L’inizio della scuola deve essere un momento gioioso perché si ritorna insieme, si ritrovano gli amici degli anni passati e se ne incontrano dei nuovi: bisogna vivere la scuola come un momento di comunità, perché le persone che si incontrano nella scuola poi rimangono di riferimento per tutta la vita. La scuola- aggiunge l’assessore- è il luogo in cui si deve apprendere e in cui si deve insegnare, e questa capacità è oggi straordinariamente importante. Oggi ci sono una quantità di strumenti per comunicare, e questo può aprire anche a modi nuovi di apprendere. Ma la scuola ora serve più di prima, perché serve per orientarsi, serve per avere le idee e le parole per dirlo. Perché a volte non basta un tweet, bisogna avere le parole e quelle ce le insegnano i secoli di letteratura e di storia che abbiamo alle spalle”.
E domani, nel giorno d’inizio del nuovo anno scolastico, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, sarà alle 8,30 a Mondaino, in provincia di Rimini (via Fonte Leali) all’inaugurazione del complesso recentemente riqualificato che ospita la scuola elementare “Don Sebastiano Sanchini”, la media “Fratelli Cervi” e la materna “Luigi Carnevali”. Alle 11 si recherà poi a Carpi (Modena), all’istituto tecnico commerciale Meucci (via Sport 3), per l’inaugurazione della nuova palazzina con 15 aule, ampliamento realizzato grazie a un contributo di 1 milione e 680mila euro, attraverso i mutui Bei 2015, nell’ambito del piano regionale per l’edilizia scolastica.
L’assessore Patrizio Bianchi sarà invece presente alle ore 9,30 a Bologna all’istituto Aldini Valeriani Sirani (via Bassanelli 9), assieme al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari, dove si parlerà di nuove tecnologie per la didattica per l’inclusione degli studenti

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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