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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Siete una comunità vera, la Regione c’è, consapevole ed orgogliosa della qualità del sistema educativo regionale”

“Siete una comunità vera, la più numerosa e per noi la più importante. Scuola e territorio per la Regione Emilia-Romagna rappresentano un binomio indivisibile. La scuola è il luogo dell’uguaglianza, dell’integrazione e della convivenza civile”. Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi scrivono nella lettera inviata a tutte le scuole in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico.
Rivolgendosi ai 545 mila alunni, ai 371 dirigenti scolastici, ai 48.399 insegnanti, di cui almeno 3.757 al loro primo anno di ruolo e ai 13.864 collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici impegnati nel sistema scolastico dell’Emilia-Romagna, Bonaccini e Bianchi ricordano che “il destino di un territorio dipende dal livello di istruzione dei suoi abitanti: la scolarità è la nuova discriminante sociale, la capacità di competere oggi esige nuovi strumenti per crescere, interagire e comunicare in un contesto sempre più internazionale e per convivere in società pluraliste, nel rispetto di culture anche molto diverse dalla nostra”.
“Per questo – continuano nella lettera Bianchi e Bonaccini – occorre guardare all’educazione come ad un processo inclusivo e perennemente incompiuto e investire per garantire un sistema educativo e formativo adeguato alla complessità del mondo contemporaneo. In questa sfida la Regione c’è, consapevole ed orgogliosa della qualità del sistema educativo regionale, dello straordinario patrimonio di cultura, competenze, sensibilità, idealismo ma anche grande concretezza che lo contraddistingue e che da sempre permette all’intera comunità di crescere ed agire i propri diritti”.
“In questi mesi la scuola è stata investita da novità importanti, che hanno suscitato reazioni diverse e opinioni contrastanti, da cui oggi vorremmo prescindere per augurare a tutti voi, che la buona scuola la costruite nel quotidiano, un buon anno di studio e lavoro – scrivono – Lavoriamo insieme per fare in modo che l’aspirazione torni ad essere una capacità sociale e collettiva di questa regione. Generare sviluppo e creare futuro è il nostro impegno per garantire ai più giovani di poter crescere in una regione europea, aperta, inclusiva, equa, innovativa, dinamica culturalmente ed economicamente che nella crisi e nelle trasformazioni in corso ha saputo cogliere le potenzialità per identificarsi con le migliori espressioni del cambiamento”.
In questi giorni il presidente Bonaccini e l’assessore Bianchi hanno inaugurato diverse scuole, tra cui le scuole Paltrinieri Pizzoli e l’istituto Malpighi di Crevalcore, le scuole Quaquarelli di San Giovanni in Persiceto e il plesso scolastico di Reno Centese.
A seguito del sisma 2012, nelle quattro province colpite, sono stati messi a disposizione circa 353 milioni di euro tra interventi finanziati dal Commissario straordinario per la ricostruzione (nuove scuole realizzate) e interventi degli enti locali sugli edifici danneggiati.
Sempre sul fronte dell’edilizia scolastica la Regione sta per stipulare mutui pluriennali per il valore di 57 milioni di euro che consentono, sulla base di un Piano Triennale condiviso con le istituzioni locali, di realizzare interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico delle scuole, nonché di costruire nuovi edifici e nuove palestre scolastiche. La sicurezza delle nostre scuole è una priorità. Alle risorse che saranno attivate attraverso i mutui, si aggiunge un ulteriore investimento attraverso il Programma regionale di contributi per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici (3,2 milioni nel 2015). Investimenti sono previsti anche per dotare le scuole delle infrastrutture necessarie ad innovare la propria ca­pacità didattica. Nei primi mesi del 2015 sono state collegato con la banda ultralarga 53 nuove scuole dell’Emilia-Romagna, che si aggiungono alle circa 400 già connesse, proseguendo nell’impegno già avviato per creare e ampliare una grande rete in fibra ottica a servizio delle scuole.

I numeri della Scuola in Emilia-Romagna
Sono 545 le istituzioni scolastiche statali attive sul territorio regionale che accoglieranno quasi 545 mila studenti, cresciuti rispetto lo scorso anno scolastico di circa l’1 %. Aumentano anche gli alunni con handicap, che passano dai 14.662 dell’a.s. 2014/15 ad oltre 15.000 per l’a.s. 2015/16 (+ 3.9%).
Le classi funzionanti in regione saranno 24.321, di cui 9.106 nella scuola primaria.
Nelle scuole secondarie di II grado il 43% degli studenti dell’Emilia Romagna frequenta i licei, mentre il 57% i tecnici-professionali (34% istituti tecnici e 23% istituti professionali).
In Emilia-Romagna è stato autorizzato il funzionamento di 2.595 classi costituite da un numero di studenti con cittadinanza non italiana superiore al limite del 30%, come stabilito dalle disposizioni ministeriali che lo prevedono in caso di alunni stranieri già in possesso di adeguate competenze linguistiche.
I posti di personale docente quest’anno sarà di 48.399, di cui 42.507 di posto comune (compresi quelli assegnati a supporto delle scuole terremotate) e 5.892 posti di sostegno. 371 i dirigenti scolastici, 174 dei quali saranno impegnati, oltre che nel proprio istituto, anche nella reggenza di un’altra scuola. Le scuole disporranno inoltre di 13.864 unità di personale ATA (fra i quali collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici) con cui saranno garantiti il regolare svolgimento delle attività delle segreterie, la funzionalità delle aule e dei laboratori ed il funzionamento dei servizi scolastici, con una attenzione particolare, in termini di organico, a quelli delle scuole colpite dal sisma.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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